
The Lusetti Family, Luzzara, Italy 1953 - Paul Strand - Copyright ©Aperture Foundation, Paul Strand Archive
Adoro questa foto. Paul Strand la scattò durante un suo periodo di permanenza in Italia.
Erano gli anni del dopoguerra e Strand stava lavorando con Cesare Zavattini ad un progetto che sarebbe diventato il libro “Un Paese”.
L’immagine è apparentemente semplice, ma fin dalla prima volta che l’ho vista mi è apparsa come un capolavoro di intensità e composizione, un ritratto fotografico straordinario anche per la storia che racconta.
La scena ritrae un gruppo di persone che stanno nei pressi di quella che si intuisce essere la loro casa.
Dalle condizioni dell’edificio e dai tanti particolari che si possono notare nell’aspetto e nell’abbigliamento, non è difficile dedurre che si tratta di persone povere. L’Italia usciva dall’abisso della seconda guerra mondiale e questa era una condizione molto comune in quel periodo.
Anche se aiutati dal titolo dell’opera, è intensa la sensazione che i cinque uomini ritratti siano fratelli e l’anziana donna la loro madre, figura molto forte accentuata dalla posizione quasi centrale nella composizione.
La matriarca è vestita in modo austero, è abbastanza immediato pensare che si tratti di una vedova. Sono passati già alcuni anni, ma la probabile perdita del marito durante la guerra è una tragedia che sembra quasi permeare il bianco e nero di questa immagine.
Accanto a lei quello che, almeno a me, appare come il maggiore dei fratelli, colui che in qualche modo ha preso il posto del padre nella vita della famiglia. E’ l’unico del gruppo ad essere messo di fianco, appoggiato allo stipite, la testa leggermente piegata in avanti, quasi ad esprimere impercettibilmente il peso delle responsabilità della sua posizione nella famiglia.
La composizione è magistrale.
Il modulo circolare raggiato della ruota della bicicletta è ripreso dall’elemento posto sopra la porta e da quello che probabilmente è un mobile con specchio semicircolare posto nello scuro della stanza all’interno.
Le teste delle persone si trovano tutte su livelli diversi ed i loro sguardi, non indirizzati all’obiettivo, danno vita a piccoli rivoli di curiosità nell’osservatore. Cosa starà guardando per esempio l’uomo in piedi all’estrema sinistra? E suo fratello seduto accanto che guarda deciso verso destra?
E’ facile farsi trasportare da una foto come questa ed appassionarsi, chiedersi com’era la vita di questi Italiani del primo dopoguerra; immaginare, guardandoli in questa foto, i caratteri e le relazioni tra questi fratelli.
grande foto e altrettanto piacevole e intensa riflessione e lettura la tua…
stai seguendo questo blog alla grande e io non mi perdo un post. conosco fotografi, prendo spunti di riflessione, insomma molto interessante.
complimenti
Andrea
Andrea, ti ringrazio. Fa molto piacere ricevere questo tipo di feedback.
Il blog è pensato proprio per stimolare spunti e riflessioni, non vuole (e non potrebbe proprio) essere esaustivo.
La filosofia è poi quella di condividere più possibile idee, esperienze e conoscenze, quindi è apprezzatissimo ogni contributo in termini di commento o intervento, che sia un apprezzamento o una critica.
Ciao e grazie ancora.
PP
Ciò che mi lascia senzafiato nella fotografia di Paul Strand è la sua capacità di rendere di affrontare i soggetti umani, celebri sono i suoi ritratti, ma mai come in Luzetti Family si percepisce questa attenzione. Gli sguardi non sono tutti orientati verso il fotografo, io percepisco quasi una sorta di disagio nello stare fermi, come se non si vedesse l’ora di tornare alle proprie occupazioni… nessuno ha le scarpe, o meglio, chi le indossa lo fa per anzianità, perchè se l’è meritate. com’è cambiato il mondo in sessant’anni!
[…] sei un lettore o una lettrice di questo blog e ricordi un post di qualche tempo fa a proposito di questa immagine, dovresti aver notato che non si tratta […]
…come cambiano le famiglie a Luzzara…
http://www.repubblica.it/cronaca/2011/07/21/news/omicidio_moretti-19399890/?ref=HREC1-3
🙂
L’ho pensato anch’io quando ho letto la notizia.
Però c’è da dire una cosa : nella foto di Strand il padre non c’è…
😮
..dunque la storia si ripete!!!!
:))
Bellisima foto guardarla nel profondo vedo una grande ricchezza di sentimenti quello in piedi sul fianco è mio nonno e il bisnonno dei miei figli
grazie barbara
Ciao Barbara. E’ meraviglioso poter entrare in contatto con chi è così legato a questa foto. Hai qualcosa da poter aggiungere? Ricordi, racconti o altre informazioni? Mi farebbe veramente molto piacere se vorrai scriverne, se vuoi anche solo in privato (pegaphotography@gmail.com)
ciao che dire!!!!Di quella famiglia numerosissima sono rimasti solo due fratelli .Il ricordo di mio nonno è sopratutto per il suo carattere paziente ,umile ma con grande capacità al perdono ….un valore che oggi è nel cuore di pochi . barbara
ciao io sono alex il figlio di barbara e volevo dire che è una foto bellissimaa
Ciao anche a te Alex.
Bello questo trovarsi (o ritrovarsi) grazie ad una fotografia scattata tanti anni fa da un grande maestro.
mi ricorda le vecchie foto di famiglie contadine..ed i nipoti di mia nonna tutti in fila accanto alle coltivazioni di garofani risorte nel primo dopoguerra…(posto in FB noi di flickr)
Grazie! Ciao