Come non rimanere ammirati da questo scatto di Cartier-Bresson?
Insieme ad alcune fotografie di cui ho avuto occasione di parlare in questo blog ma anche a tante altre, rappresenta un caso di capolavoro fotografico.
Bresson è passato alla storia per le splendide foto che realizzava con una 35mm, una Leica piccola e leggera che gli consentiva di essere quanto più possibile “nel posto giusto al momento giusto”, realizzando il suo ideale dello scatto in quello che lui definì il “momento decisivo”.
Questa definizione lo ha consacrato tra i mostri sacri della fotografia del novecento ma è sicuramente molto riduttiva, facendo troppo spesso pensare a Bresson come ad un campione di prontezza di riflessi, come se tutto il suo lavoro fosse focalizzato a premere il pulsante dell’otturatore con gran tempismo…
Leggendo ed approfondendo la sua vita attraverso i suoi scritti e quelli di chi l’ha conosciuto si scopre facilmente che non è assolutamente così. Per certi versi Bresson è stato vittima delle sue stesse definizioni.
La cattura del “momento decisivo” era sempre frutto di grande studio, valutazione e ricerca. Una ricerca che era continua. Quando parlava con una persona Bresson sembrava irrequieto, pareva voler continuamente provare un’angolazione diversa per fare una fotografia, era come se cercasse sempre di mettere l’interlocutore su uno sfondo adeguato. La sua passione artistica era tale che l’attenzione era costantemente focalizzata alla scoperta di nuove inquadrature e scatti.
La foto Hyères è un esempio di questa straordinaria tensione creativa, uno scatto che è diventato così famoso, ma che non è frutto di un colpo di fortuna o di una gran prontezza di riflessi, come potrebbe sembrare.
Bresson effettuò decine di esposizioni dall’alto di quella scalinata.
Evidentemente aveva trovato una composizione che lo affascinava, un insieme che era perfetto, o quasi… mancava solo quel dettaglio di dinamismo, quel qualcosa che doveva passare e che andava fermato in quel punto…
Passarono e furono fotografate varie persone in varie condizioni e punti. Ma fu l’uomo in bicicletta che rese lo scatto perfetto.
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