Temo si sia passato il punto di non ritorno.
Dalle nostre parti ancora la situazione non è totalmente compromessa ma specie nel Regno Unito, tra paranoie terroristiche, pedofilia e rancori repressi verso i paparazzi della principessa Diana, la questione della demonizzazione dei fotografi è arrivata ad un punto tale da consentire la promulgazione di leggi che impediscono di fatto la fotografia nei luoghi pubblici.
Non c’è da scherzare, leggi qui (UK) ma anche qui (USA).
La sensazione di un progressivo attacco alla libertà di fotografare è condivisa con chiunque mi capiti di parlare dell’argomento, anche in Italia andarsene in giro con una macchina fotografica al collo pare stia divenendo sempre più oggetto del sospetto altrui.
Insomma, il mio vecchio post “rose e rusco” è purtroppo sempre più attuale… di sicuro a Londra, dove di recente si sarebbe arrivati al punto di prendere di mira perfino i turisti, specie gli stranieri. E’ il caso di un signore austriaco che, in compagnia del figlio, è stato sorpreso dalla polizia a fotografare un importante obiettivo strategico, ovvero la stazione dei bus di Walthamstow.
La campagna “anti paranoia” é promossa dal British Journal of Photography.
Mi sembra che il mondo attuale sia in preda ad una schizofrenia allucinanante. Si punta l’indice contro un innocente turista che fotografa un posto qualsiasi di una città qualsiasi, mentre chiunque (anche il vero terrorista) può vedere lo stesso identico posto nelle maps di google.
Eppure, per assurdo, noi che girovaghiamo con la reflex al collo dovremmo essere ritenuti affidabili…proprio perchè ostentiamo quello che stiamo facendo.
Ma con i telefoni cellulari di oggi lo sai quante cose “sensibili” si fotografano mimando una conversazione…e la qualità è più che buona.
Per avvalorare anche quanto sostiene Salvatore Ambrosi, vi racconto quello che mi accadde qualche anno fa a La Spezia:
mi stavo recando verso Porto Venere e dato che c’era una bella luce volevo scattare una foto al porto….non l’avessi mai fatto!! Macchina dei Carabinieri che si accosta e i militari mi obbligano ad andare via dicendo che essendo una zona militare non si può fotografare…hanno ragione, ma provate ad andare su Google Heart…
Eh si.
I paradossi si sprecano, e a mio parere, siamo decisamente nel ridicolo. Un ridicolo che possiamo anche aggiungere tra gli indicatori dello stato di salute della nostra società.
dove andremo di questo passo, cari amici?
Quanto è triste…
Lo scorso weekend approfittando del sole ho fatto quattro passi per le vie della città con il 24-70 montato.
Credo che se avessi avuto un pistola la gente mi avrebbe guardato meno di traverso. Le eccezioni ci sono sempre, qualcuno ti guarda e sorride, anzi magari ti fa il cenno di voler essere immortalato. Non parliamo di quando ti avvicini ad un’area verde o un parco giochi con dei bambini.
Quando ero piccolo si faceva a gara a farsi fare una foto da chiunque, un sorriso, una smorfia…
Eravamo troppo incoscienti o semplicemente c’era un equilibrio maggiore?
[…] Libertà… I segni dell’erosione della libertà si iniziano a percepire anche quando si intaccano possibilità apparentemente secondarie come la libertà di fotografare… Ne parlavamo giusto un paio di giorni fa… […]
la testimonianza di Luca, riguardo a quando eravamo bambini è favolosa quanto esemplare…
che altro aggiungere… viviamo in un mondo dove la diffidenza, la paura la stanno facendo da padrona