“Peperone numero trenta” di Edward Weston. Forse una tra le opere più famose di un grande maestro della fotografia del novecento.
Ogni volta che osservo questa immagine non posso fare a meno di rimanere ammirato, ed è forse per questo che è una tra le mie foto preferite in assoluto.
Non è solo la perfezione del bianco e nero, la sensualità delle forme cercate e trovate dal fotografo, non è solo la luce perfetta con quel buio dietro ed i dettagli che risaltano sulla superficie morbida. C’è qualcosa che mi affascina in particolare…
E’ quel “numero trenta”.
Il numero racconta la storia di questa foto, dei vari tentativi dell’artista di trovare lo scatto perfetto.
Peperone numero trenta significa che ci sono come minimo almeno altri ventinove peperoni che Weston fotografò nel percorso che portò a questo capolavoro.
Insomma, l’opera non è frutto di un isolato colpo di genio o di uno scatto fortunato. E’ il risultato di un lavoro di ricerca e tentativi, è impegno e fatica.
Mi diverte provare ad immaginare Edward Weston che nel 1930 si concentra su questo progetto di still life e magari incassa anche qualche battuta ironica di qualcuno che lo deride, o semplicemente scherza su un fotografo che si ostina ad immortalare peperoni… Ma Weston sa cosa vuole e continua a fotografare…
Il numero trenta è per me il tassello chiave di quest’opera.
E’ uno dei tanti casi in cui il titolo integra e completa un capolavoro, raccontando una storia che aiuta ad avvicinarci all’autore e a capire la passione, il talento ed anche la determinazione di un grande artista.
Ed ora… non ci resta che fare un salto al mercato, a vedere che cosa c’è di interessante e sensuale tra i prodotti di stagione…
🙂
In realtà questa è la parte più affascinante e sensuale della fotografia…. niente è mai scontato, ma gli occhi devono imparare ad accarezzare le forme ed a scovare i chiari e gli scuri…… 🙂
Io mi rendo conto che spesso il mio fotografare potrebbe apparire una sorta di danza rituale molto lenta da come giro intorno al soggetto cercando, e cercando e cercando 🙂 di scatti ne faccio, il 70% lo salvo, il resto mi stanca, il 2% lo mostro, l’1% va su flickr, ma il gusto è assaporare la sfumatura tra una foto e l’altra, vedere come cambia la forma e l’emozione del soggetto a seconda della luce che gioca su di lui 🙂
Oggi per trovare frutta strana ci vuole una fortuna sfacciata, o un mercato di paese, oppure essere in campagna…. chi li compra, i pomodori storti, i peperoni ricurvi, le zucchine non dritte ? La gente vuole essere rassicurata, da forme che sono perfette nell’immaginario collettivo 🙂 e noi, perdiamo la fantasia, il gioco, e il sapore delle cose vere 🙂
questa storia è semplicemente fantastica, grazie!! per la condivisione
Grazie per aver pubblicato questo interessante post! Come hai visto l’ho citato in calce ad un mio scatto.
Ma tornerò a trovarti! ^_^
Buona vita!
Eh già, anche secondo me il “numero 30” è una delle chiavi per capire meglio Weston. Mi piacerebbe tanto poter leggere i suoi diari di lavoro, ma mi toccherebbe andare a Tucson credo..
Mi piace pensare che questa serie di foto aveva come scopo la ricerca della sensualità attraverso gli oggetti presenti nel quotidiano; guardando tutte le foto (non di architettura) mi sembra che emerga una caratteristica propria del fotografo, neanche tanto velata: la ricerca del piacere. Ma è solo una mia personale impressione.