C’è una frase che Cartier Bresson disse a proposito del suo approccio alla fotografia: “Una volta che la foto è scattata non sono tanto interessato a cosa succede dopo. Del resto non tutti i cacciatori sono cuochi”.
E’ il punto di vista di un grande maestro, sicuramente rispettabile ma che personalmente trovo spesso innaturale da condividere.
Di sicuro l’attimo dello scatto, “l’istante decisivo”, come lo chiamava Bresson, è un elemento portante di molte fotografie, ma non sempre.
A volte la “creatura” viene soltanto concepita in quel momento. Poi deve svilupparsi, modificarsi, crescere e maturare, nelle fasi che seguono.
Dalla scelta del taglio al trattamento di sviluppo, nella tradizionale camera oscura o nei processi digitali, il fotografo nella veste di cuoco e non più di cacciatore, continua ad esercitare la sua spinta creativa, fino a tirar fuori l’opera finale.
E’ uno dei tanti esempi di come si possa affrontare la fotografia in tanti modi diversi, secondo differenti filosofie ed approcci.
Il bello è che nessuno di questi deve per forza escluderne un altro e si può tranquillamente, ed anche contemporaneamente, esplorare terreni molto diversi, crescendo e divertendosi.
E’ così che, nonostante il mio personale punto di vista, che non è da esclusivo cacciatore come dice Bresson, sto comunque divertendomi un sacco con il mio IPholaroid project…
E tu come ti senti? Cacciatore o cuoco?
🙂
ciao,
da quel che so Bresson non faceva ritagli.
Tant’è che lasciava il bordino per far vedere
che prendeva tutta la pellicola…
Si Angelo infatti.
Come appunto diceva… lui era solo “cacciatore” e non “cuoco”.
🙂
Ed invece tu come ti senti ?
..io caccio, cucino e… mangio!

..scherzi a parte, la mia filosofia mi impone di controllare tutte le fasi: ripresa, sviluppo e stampa. Solo così mi sembra di possedere la foto.
Tutto ciò vale per il bn… per il colore non sono in grado di stampare, né ho l’attrezzatura… 🙂
io considero molto molto importante la fase dello scatto… il momento, il contorno, l’atmosfera, la situazione, quindi la fotografia, rivista, mi riporta a tutte quelle sensazioni.
oppure se guardo una foto di altri, cerco di immedesimarmi in quella situazione… oltre che ovviamente cercare di arrivare al messaggio della foto.
certo che la “cottura” è estremamente importante, creativa e personale, ma senza la caccia non si cuoce…
io, probabilmente per la poca capacità, ma anche per scelta se possibile evito la post produzione.
Scatto in Jpg + Raw ma se posso prendo direttamente il Jpg precucinato dalla macchina fotografica.
Non voglio fare l’integralista e il purista ma credo che una foto debba essere fatta bene “da subito”, senza troppi maneggi e magheggi.
Mi limito veramente solo a raddrizzare le foto che secondo me meritano e magari non sono drittissime oppure faccio delle conversioni in BN.
Quindi non faccio PP ma mi interesso molto a cosa succede dopo lo scatto in termini di “elaborazione interiore” della fotografia.
Magari la guardo e la riguardo cercando di leggere anche cose che possono essermi sfuggite in un primo momento.
Inoltre adoro le imperfezioni che rendono umane certe fotografie.
La perfezione di Bresson è per me inarrivabile.
Con questa mia passione voglio limitarmi ad esercitare il mio sguardo e magari dare qualche spunto di riflessione per chi ha la pazienza di soffermarsi un attimo sulle mie fotografie.
Quindi nel mio immaginario non sono né un cacciatore né un cuoco.
Mi sento un umile osservatore…
Evidentemente, Henri Cartier Bresson aveva del personale in cucina…
Abili cacciatori, sapienti chef, acuti osservatori… è molto interessante vedere e capire quello che è l’approccio di ogni singolo fotografo.. o artista…
Già. E così ne ho preso lo spunto per il post di oggi.
con le foto si comunica volenti o nolenti, io preferisco una comunicazione consapevole ed allora: caccio , cucino e se posso mi accerto che sia stato digerito..!!Ciao
Bello l’aspetto della digestione… in effetti è da considerare anche quella. Magari non è nelle possibilità di controllo del fotografo (come non è in quelle del cuoco) ma potrebbe essere davvero un bel tema su cui riflettere.
Ciao!
Anche secondo me l foto deve essere fatta bene da subito, ma a volte si hanno due o tre scatti fatti bene dello stesso soggetto. E allora è difficile scegliere: io lascio passare del tempo (a volte anche troppo) e quando il coinvolgimento emozionale è passato seleziono, se necessario apporto piccole correzioni.
robert
PS: HCB lavorava poco dopo, non cucinava tanto ma da alcuni suoi provini visti spesso scattava tanto, anche se con la pellicola…