Sono passati un bel po’ di anni.
Era il 15 Luglio 1989 e con non poche pene eravamo riusciti ad arrivare a quello che sarebbe stato ricordato come uno degli eventi più memorabili della storia del rock ma anche tra i più devastanti per la città di Venezia dal tempo delle guerre d’Italia : il concerto dei Pink Floyd.
Il palco, una enorme zattera piazzata in mezzo alla laguna poco davanti a Piazza San Marco, nel tardo pomeriggio era già circondata da una miriade di barche e gondole. Il pubblico, accalcato sulla piazza ed in ogni dove, proveniva da mezza Europa e fu stimato oltre le duecentomila persone.
Il concerto, trasmesso in diretta TV mondovisione, fu breve ma stupendo.
Un crescendo di musica ed emozioni che si susseguirono fino a culminare con quello che per me è uno dei capolavori assoluti della storia del rock, ed i brividi lungo la schiena arrivarono quasi ad essere dolorosi quando Dave Gilmour attaccò l’assolo finale di “comfortably numb”.
Il timbro inconfondibile della sua Stratocaster arrivava nello stomaco con una consistenza ed uno spessore strepitosi.
Gilmour giocò come sa fare lui. E’ un assolo fatto di variazioni su un pattern molto limitato di note, di sustain e delicati vibrati fatti con la leva. E’ proprio l’uso così sapiente di quel set limitato di note che lo rende speciale.
Ed io ci trovo un gran parallelo con la fotografia, dove è proprio chi riesce a limitare gli elementi, a semplificare i soggetti ed anche a sfruttare a proprio vantaggio i limiti che sono intrinseci dello strumento, diviene davvero capace di creare cose meravigliose.
Senza bisogno di virtuosismi o tanti effetti speciali.
Beh, resta comunque poi il fatto che ognuno ha i suoi gusti e la sua sensibilità. Ci mancherebbe.
Io intanto posso solo proporti un piccolo (e del tutto inadeguato) assaggio di quella indimenticabile serata.
Prova a farlo sul serio : chiudi la porta. Siediti comodo. Metti le cuffie e ALZA IL VOLUME A PALLA.
(L’assolo di cui parlo è quello finale, praticamente tutta la seconda parte del brano… )
Buon ascolto 🙂
clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap clap!!!!!
mi piace come introduci gli argomenti, dopo considerazioni su temi apparentemente lontani dal mondo delle immagini, sancisci grandi verità in tre righe in cui la parola fotografia appare una volta sola…
ciao!
m
..and Gilmour keeps on playing!
Oltre che fotografare scrivi anche molto bene.
Mi piace il parallelismo! davvero azzeccato!
PS: c’ero anch’io quella sera…
Sono perfettamente d’accordo su questo parallelismo.
E Confortably Numb è uno dei miei pezzi preferiti 🙂
PS: passa sul mio flickr quando hai un attimo 😉
bellissimo pezzo questo tuo post, sottolineo anche io la tua capacità di scrivere chiaro semplice e diretto e sempre interessante…
l’essenzialità nelle foto è davvero importante, anche secondo me
Ogni volta che vengo qui sono contenta.
🙂
🙂
Grazie a tutti dei complimenti. E’ un vero piacere avervi come lettori.
Del resto mi sono divertito a scrivere questo post, a ricordare e condividere…
Ed anche i brividi lungo la schiena non si sono fatti attendere.
:-)))
Beh, che dire… mi auguro di poter continuare a scrivere qualche post interessante… se poi voi ne avete voglia ricordatevi che ogni contributo è sempre graditissimo. Che sia un commento, un’idea per un articolo o un “rilancio” di un post tramite Twitter, Facebook o altro.
Ve ne sarò sempre grato.
Ciao !
cavolo! se scrivi bene, leggere le tue cose è quasi ipnotico
Ciao!
Grazie del complimento caro Stefano. Ma il merito non è sempre mio… In questo caso c’è lo zampino della chitarra di Dave Gilmour e soci…
🙂
Mi piace molto la condivisioni di pensieri, sensazioni, passioni. Bel post! 😉