A volte la foto nasce nella mente ben prima dello scatto.
Il fotografo la visualizza, la immagina chiaramente nella sua struttura, dettagli e magari anche titolo. E’ così che vorrebbe realizzarla.
Altre volte l’opera è come nascosta tra i tanti scatti più o meno istintivi che si sono fatti, magari sfruttando le potenzialità e la capacità quasi infinita delle memorie digitali. Mentre si scorre lo stream delle immagini se ne nota una che ci colpisce, su cui cominciamo a costruire delle idee e ci si rende conto che è quella giusta.
Si tratta di due approcci diversi a quella che è la creazione di una fotografia.
Il primo, più classico e tradizionale, legato all’atteggiamento che dovevano necessariamente avere i fotografi di un tempo, vincolati da macchine grandi e complesse da gestire, posiziona il momento creativo principalmente nella fase che prepara allo scatto.
E’ un processo che Ansel Adams chiamava di “previsualizzazione”, in cui si va a realizzare tecnicamente ciò che si ha già chiaro in testa.
Nel secondo caso il momento creativo tende ad essere posticipato.
A scatto eseguito, nella successiva fase di camera oscura o davanti al computer si comincia ad attingere a quelle tante immagini raccolte che rappresentano una sorta di materiale grezzo, da selezionare, trattare e plasmare con opportune scelte di taglio e “sviluppo” (postproduzione) che portano poi al prodotto artistico finale.
Due atteggiamenti, due percorsi creativi differenti ma entrambi validi ed attuali; per molti versi anche miscelabili. Lo stesso Adams descrisse nel suo libro “The print” l’importanza di una eventuale seconda fase creativa che può nascere in camera oscura.
E tu hai mai provato ad analizzare come crei le tue foto?
Dove senti di posizionare il tuo momento creativo?
Veramente non lo aveva mai pensato però piu meno tutte due, cioe qualque giorno mi sveglio pensando in un posto e penso devo fare una fotografia oppure vedo una foto che mi piace e voglio fare una simile, pero ci sono altri che rivedo una foto da anni fa e mi viene la inspirazione. Pero per me adesso il momento piu divertente e quello dopo postproduccione quando siamo Io, un po di musica, il computer e la foto tutti insieme. La parte piu difficile il titulo dopo leggere quello che tu hai scrito della importanza dal titulo buff Io non sono buona fotografa pero sono peglio con i Tituli…
Scusate per gli errori 😦
io cerco di mettercelo in entrambe le fasi…lo scatto comunque è essenziale, e segue sempre un’osservazione attenta (nel caso di soggetti trattabili con calma) o comunque un’ispirazione istintiva e quasi “violenta”(nel caso di cose o scene rubate, da risolvere in fretta prima che passi l’attimo…
🙂
salutoni bloggosi
ciao pega.
complimenti per questo scatto.
posso chiederti qualche info sulla post-produzione?
l’hai fatta a mano scegliendo tu i passaggi da eseguire o hai usato qualche azione/filtro/plugin photoshop?
grazie se vorrai darmi info, e complimenti ancora per blog e scatto.
🙂
Ciao yQy e grazie dei complimenti.
Riesco a rispondere solo parzialmente alla tua domanda perchè sinceramente non ricordo bene tutti i passaggi fatti in post produzione.
Di sicuro quello che posso dirti è che non ho usato Photoshop (non lo utilizzo e per il momento convivo con questa mia lacuna con il proposito di colmarla prima o poi) o filtri particolari.
Per “sviluppare” i miei files RAW uso semplicemente il software Nikon che accompagna la fotocamera, provando a limitare sempre l’intervento.
In questo caso ho sicuramente scelto di esaltare il contrasto, desaturare i colori e lavorare sul bilanciamento per tirare fuori alcune tonalità, come quella del giallo che emerge dalla vetrina.
Ciao !