L’idea della fotodegustazione è quella di guardare e studiare lentamente la foto, non tanto con i criteri della lettura classica, ma piuttosto alla ricerca delle sensazioni secondarie che l’immagine può dare, tirandone fuori elementi emotivi.
E’ un esercizio ma anche un modo diverso di gustare l’opera di un artista.
Il paragone che può essere fatto è con la lenta degustazione di un vino o un liquore, ma anche il ripetuto ascolto musicale.
L’immagine sopra è la riproduzione di una foto di J.Moller, scattata durante un momento doloroso: l’esumazione di alcune vittime delle violente repressioni avvenute negli anni ’80 in Guatemala. E’ una foto che “dipende” moltissimo dal testo che la accompagna e spiega la situazione altrimenti difficilmente leggibile dall’osservatore:
Three women, themselves survivors of the violence, watch as the remains of relatives and former neighbors who were killed in the early 1980’s are exhumed.
Si vedono solo tre donne, una scelta compositiva ben definita con cui Moller incanala tutta l’attenzione dell’osservatore sul soggetto, non si vede nessun’altra figura né l’interno della fossa stessa, il fotografo ha resistito alla tentazione di includere nell’immagine l’intera scena che, nel suo complesso, è quindi lasciata alla proiezione nella mente dell’osservatore.
Chi sono queste tre donne? Sono le mogli delle persone nella fossa? In che modo sono coinvolte in questo dramma ed in quale senso sono legate tra loro? Sono sorelle? Non ci sono risposte a queste domande ma ognuno può proiettare una sua storia.
Il linguaggio del corpo e le espressioni sono particolari.
La prima donna a sinistra, insieme alla tristezza ed alla sofferenza che la unisce alle altre, sembra mostrare rabbia, quasi un desiderio di vendetta. Il suo corpo è leggermente inclinato, come se si opponesse attivamente al senso della pendenza.
La donna al centro ha invece un’espressione totalmente rassegnata, quasi si sporge verso l’interno della fossa, come in un gesto di abbandono e compassione, quasi un volersi ricongiungere con chi non c’è più.
La donna sulla destra è invece colta in un’espressione che potrebbe essere di preghiera o raccoglimento, le sue mani sono posate a terra come a cercare anche un sostegno fisico.
Si potrebbe continuare a lungo in questo modo, osservando la foto da ulteriori punti di vista e diversi livelli di interpretazione.
C’è da dire che probabilmente molte di queste osservazioni sono solo postproiezioni, è normale. Non so quanti scatti eseguì Moller in questa occasione e magari gli occhi chiusi della donna che sembra pregare sono un semplice battere di palpebre.
Resta il fatto che l’autore ha scelto questo fotogramma ed anche in questo sta la sua bravura, perché il risultato è una fotografia dalla fortissima carica emotiva, specie se ci si ferma a “degustarla” un po’.
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Altri post sulla foto-degustazione:
Degustazione (phototasting) – part 1
Degustazione (phototasting) – part 2
Degustazione (phototasting) – part 3
Mi piace queste nome Fotodegustazione alcuna volta ho pensato tante cose delle foto degli altri ma no in questo senso, ogni uno puo pensare diverse cose o guadire della fotografia per una diversa ragione, ma penso che mai non ho veramente fotodegustato nessuna mi ha piacuto leggere il tuo comment da questa foto magari ci probo a fermarme un po di piu a fotodegustare adesso. 🙂
Uomo, tu mi tenti!
Al punto di linkarti direttamente la pagina di flickr e dirti “fai te” 😀
Sarà che sono affamata di commenti/critiche costruttive:P
…ed ecco che spulciando la gallery improvvisamente tutte mi risultano troppo banali…
Ok, ho scelto. Non la più bella, non quella col soggetto esteticamente più accattivante. Quella che ho fatto col cuore come dovrebbe, secondo me, essere per tutte le foto o quasi:)