Si. Una foto che poteva nuocere, ma non è quella che vedi qui accanto. Quella a cui mi riferisco nel titolo di questo post non l’ho scattata.
Su quel tetto umido, senza essersi opportunamente assicurato, stava poco prima un uomo.
Lavorava a diversi metri dal ponteggio, con un piede appoggiato sul debole canale della grondaia. Sistemava le tegole.
D’istinto ho preso la macchina pensando di poterci tirar fuori un buon scatto ma poi mi sono fermato.
Ho cominciato a chiedermi se mettermi a far foto a quella persona fosse stata una buona idea.
L’accorgersi di essere osservato ed oggetto di attenzioni fotografiche lo avrebbe di certo preoccupato, aggiungendo pericolo ad una situazione già abbastanza rischiosa.
Ho preferito non farmi vedere e non scattare, per me non era così importante, per lui avrebbe potuto esserlo fin troppo.
A volte la fotografia è una cosa strana.
un tema molto delicato quello della sicurezza sul lavoro… tante regole non rispettate purtroppo, che non permettono di lavorare nel miglior modo possibile.
sicuramente se l’uomo avesse avuto tutte le attrezzature di sicurezza, lo avresti fotografato e forse anche a lui avrebbe fatto piacere di farsi ritrarre al lavoro…
Hai fatto bene. Quando abbiamo la macchina fotografica in mano, sentiamo quasi il dovere della testimonianza.
Ma, a meno di fare per mestiere il fotoreporter, dovremmo solo sforzarci di essere creativi.
Sono cose che mi fanno arrabbiare parecchio.
Contrariamente a quanto disse tremonti la sicurezza è una cosa che dobbiamo poterci permettere, sempre, perché la vita è più importante di tutto, anche del “mangiare”…
In questi casi bisognerebbe avere il coraggio d fare una chiacchierata con chi ha commissionato il lavoro.
Anche ritrovarsi una persona morta sul lavoro davanti casa non è una cosa piacevole…
Spesso la sensazione di lavorare in sicurezza fa rischiare grosso proprio chi si sente sicuro!
Non si può sempre dare la colpa “a chi non ha dato” i dispositivi di sicurezza, la Vita non è la sua!
Spesso se anche i dispositivi di sicurezza ci sono, NON vengono usati proprio da chi dovrebbe usarli a causa di quel “senso di sicurezza” che ho detto sopra.
…parole di geometra di cantiere.
X Paolo: io, a casa mia, non permetterei che lavorassero in quel modo, sapendo poi che per la legge sono io il responsabile.
Quando mi è capitata una cosa simile io il datore di lavoro l’ho avvertito.
Purtroppo capita spesso che chi lavora con sufficienza poi la paghi anche molto cara. Queste cose andrebbero evitate senza fare il giochino delle responsabilità.
Più di mille morti all’anno in Italia per incidenti sul lavoro è un eccesso, una guerra…
L’argomento è serio ed anche complesso e nè una foto nè un post su un blog possono risolverlo.
Di sicuro ognuno deve fare la sua parte e fare il possibile ogni volta che si percepisce che qualcosa non è come dovrebbe essere, casa propria o no.
Non è sempre così facile come dirlo.
In questo caso, per esempio, ho poi saputo che il lavoratore in pericolo, l’impresario ed il proprietario… erano la stessa persona…
x PierPaolo:
forse dal mio post traspare un tono accusatorio che non volevo certo avere. Quello che ho scritto è un appunto mentale per me e per gli altri.
In questi casi cosa si dovrebbe fare?
E’ veramente difficile rispondere.
Nel tuo caso probabilmente avrei fatto esattamente come te.
Sono molto sensibile a queste tematiche perché ho lavorato per sei anni in un dipartimento di prevenzione (ASL)…
Il tema della fotografia ci riporta continuamente agli infiniti temi della vita. E’ questa la cosa che amo di più della fotografia: ti fa riflettere. (sarà questa la vera origine del termine REFLEX? 😉 ).
Passiamo al prossimo tema, senza problemi.
Ciao,
Angelo