Uno degli aspetti più affascinanti della fotografia è la sua capacità di spingere la nostra mente a costruire (o ricostruire) ciò che si suppone stia intorno alla foto, in sostanza ciò che nella foto non c’è ma che noi proiettiamo che ci sia.
Questo è ancora più interessante quando si tratta di spingere questa nostra proiezione su ciò che è prima e dopo l’immagine stessa, in sostanza sulla storia che la foto racconta o meglio la storia che noi ci vediamo.
In tutto ciò è innegabile che il titolo rappresenta un elemento importante che guida l’osservatore in una interpretazione ma che contemporanemente limita le possibili letture.
Quello che voglio proporti per questo Weekend Assignment è di scattare delle immagini che raccontano una storia e poi intitolarle in modo attento.
E’ un compito simile a quello proposto un po’ di tempo fa, ma in questo caso ti invito a concentrati sulla composizione e sulla forza comunicativa della struttura dell’immagine e sul titolo, rendendolo elemento fondamentale del lavoro.
Devi guidare l’osservatore a leggerci un piccolo racconto.
In questo caso più che mai, non è la qualità dell’immagine il fattore chiave, ma la sua capacità, insieme alle parole che la accompagnano, di coinvolgere chi la osserva.
Proprio per questo ti invito a condividere i risultati di questo esperimento postando in un commento il link alla tua foto.
Buon divertimento e se conosci persone che potrebbero essere interessate a questo assignment, condividilo su Facebook o Twitter attraverso gli appositi bottoni sotto.
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Leggo questo post esattamente un minuto dopo aver postato questa foto:
http://www.flickr.com/photos/salvatoreambrosi/5457589883/
Come Pega sa bene il titolo è diventato un elemento essenziale del mio lavoro.
Non ho avuto tempo di svolgere il tema. Ma riporto lo stesso un vecchio scatto 🙂

Ciao Pega,
ho letto solo ora.
Avevo fatto questa tempo fa:

Non è un granchè, ma se posso dare il mio contributo…
Ciao 🙂
Verso la Piazza
No, non sono d’accordo, ma lo ero fino a poco tempo fa.
La foto non deve aver titolo.
Deve leggersi da sola. Se serve l’input, allora significa che il fotografo non ha fatto un buon lavoro di fotografo e deve raccontare quello che in foto non si vede.
No, non più titoli, anche a rischio di rendere lo scatto incomprensibile. O si vede o non si vede.