In questi giorni mi capita di sentire i partecipanti al prossimo Sharing Workshop #4 e di parlare con loro circa gli argomenti che saranno oggetto dei rispettivi contributi all’evento.
In questo, come in casi precedenti, ho notato che a volte le persone tendono a preoccuparsi molto del fatto che forse il loro apporto potrebbe non essere “abbastanza interessante” o “del livello adeguato”.
Ecco, questa è una preoccupazione che, a prescindere dal partecipare o meno ad un evento come quello a cui ho fatto riferimento, spesso coglie chi è appassionato di fotografia : la paura di non essere all’altezza.
E’ una paura del giudizio altrui, un eccessiva umiltà, timore della critica e del confronto che può arrivare addirittura ad impedire di mostrare agli altri il prodotto della propria passione e creatività.
In realtà quando si tratta di approfondire e sviluppare qualcosa che ci piace, che si tratti di far vedere le proprie foto (o di contribuire ad uno sharing workshop) a livello amatoriale nessuno stabilisce mai un livello da raggiungere o un interesse minimo da soddisfare.
Sono solo vincoli che ci creiamo tutti da soli.
A volte non è il cosa ma è il come.
Non sono proprio sicuro di essere riuscito a spiegarmi, ecco quindi un esempio di come si possa riuscire a sviluppare un argomento, in questo caso un argomento tecnico, che in molti giudicherebbero troppo banale o poco interessante in un workshop di fotografia.
E’ un breve video che ho trovato e che tratta del “tempo di esposizione” : un concetto di base che in genere anche i fotografi alle prime armi conoscono bene e e su cui si potrebbe considerare che c’è ben poco da dire.
Ed invece secondo me questo potrebbe essere tranquillamente oggetto di “condivisione” ed approfondimento, perchè alla fine ne viene fuori un qualcosa di sempre interessante, a tutti i livelli.
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è vero..anche argomenti sulla luce, l’esposizione…tutta roba utilissima da ribadire, anche se pare ovvia. io ad esempio ho tantissime lacune in queste cose…
mi associo a fulvio sulle lacune, che se le sue sono “lagune” le mie sono veri e propri mari. 😀
io sono uno di quelli che spesso non si sente pronto, non tanto per la paura di confronto con gli altri (che spesso cerco) ma perchè sono un semplice fotoamatore da pochi anni, pertanto è normale che mi sento più passivo, nel senso che ho ancopra bisogno di imparare tanto prima di avere qualcosa da dire, e questo porta più ad ascoltare gli altri e quindi ti tiene in disparte (il tutto nel senso più buono del discorso ovviamente, ottima occasione per imparare di più).
esempio classico fra tu pega e io: tu scrivi sul blog, hai da dire molto, io devo imparare e pertanto leggo. ma ancora non scrivo, e questo penso sia normale confrontando un fotoamatore come me da 2-3 anni con uno più “anziano” e pratico come te (per fare un esempio) che mastica fotografia da molto tempo, di sicuro ho molto più io da imparare da te che non il contrario, e questo porta ai timori (infondati, ma comprensibili) di cui parli 🙂
poi certo: ogni occasione (parlo per me) è buona per imparare e mettersi in gioco, e penso sia bello e stimolante provarci. 🙂
come dicevo in un altro commento..io mi diverto sempre abbestia, anche se ascolto, e penso (e come tu dici) che lo spirito per partecipare sia proprio quello di divertirsi. 🙂
sono dispiaciuto di non poter venire allo sharing #4, ma spero nei prossimi.
bello questo video, interessantissimo test. quasiquasi mi compro una mirror-less… 😀
scusate la lunghezza. ciao! 🙂
Beh, Fabrizio, uno dei motivi per cui ho iniziato a scrivere sul blog è il credere che spesso “solo cercando di spiegare qualcosa aglì altri” si riesce veramente a capirla.
Io ho scoperto che scrivendo di fotografia, impegnandomi a dover regolarmente trattare argomenti sempre nuovi, ho l’opportunità di imparare. Molto più di quanto non potrei fare senza un impegno come questo.
È così che è nata anche l’idea dello Sharing Workshop, un’occasione per far sperimentare anche ad altri questa dinamica, vincere quel timore e scoprire che esponendo un argomento (qualsiasi esso sia) ci se ne impadronisce in un modo molto superiore a quello a cui tipicamente ci porta il normale interesse.
Dai… sono abbastanza sicuro che sarai un partecipante prezioso di uno dei prossimi SW!
🙂
ho compreso il tuo discorso, mi trovi daccordo, non avevo pensato la cosa con questo punto di vista.
non posso che darti ragione 🙂
spero un giorno di riuscire a venire ad un incontro con tutti, anche solo se passivamente, sarà emozionante comunque. 🙂