C’è una frase di Georges Braque a cui voglio dedicare il post di oggi:: “La limitazione dei mezzi determina lo stile, dà vita a nuove forme e dà impulso alla creatività”.
Leggila con attenzione perché racchiude una delle grandi verità che hanno reso la fotografia così affascinante ed importante fin dal primo momento della sua invenzione.
Braque non era un fotografo ma è comunque una figura che non ha bisogno di presentazioni e può essere considerato tra quelli che segnano la storia dell’arte moderna. Fu infatti insieme a Picasso il fondatore del movimento cubista.
Credo che la questione della limitazione dei mezzi sia davvero fondamentale in fotografia, mi è già capitato in precedenza di parlarne.
Le caratteristiche di incompletezza, dall’intrinseca limitazione dell’inquadratura, al singolo istante colto nel tempo, fino alla selettività del fuoco o delle tonalità di colore, sono ciò che costringe il fotografo a esprimersi il più possibile sul soggetto; sul contenuto, cercando di sfruttare al meglio quelle limitazioni.
E così, è proprio comprendendo questi vincoli ed imparando a gestirli facendoli propri, che molti grandi artisti hanno realizzato i loro capolavori.
Hai mai pensato a questo aspetto ed a quanto ciò sia in contrasto con le tendenze di perfezionismo tecnologico che però da sempre accompagnano il mondo della fotografia?
in sintesi: “la necessità aguzza l’ingegno”.
Si, avevo pensato altre volte a questo aspetto e penso che sia alla base della spinta ai cambiamenti in molti campi. Mi viene in mente la Cucina, dove molti dei piatti più gustosi hanno avuto origine in composizioni di pochi ingredienti (poveri), in periodi di ristrettezza.
Eh si Stefano. Il tuo paragone con la cucina è semplicemente perfetto.
Anche in cucina, che per inciso è comunque un “sistema” molto più ricco della fotografia in termini di variabili e possibilità associative/permutative, quando si è in “ristrettezze” e si deve concentrarsi sul risultato avendo a disposizione poco… possono venir fuori i veri capolavori.
Grazie del contributo.