
Rue Mouffettard (1954) - Henri Cartier Bresson
Ci sono delle foto che, a dispetto di regole e tecnica, lasciano il segno. Sanno colpire ed arrivare dritte al cuore dell’osservatore, trasmettendo in un modo inequivocabile emozioni e sensazioni.
Non di rado si tratta di immagini tecnicamente imperfette, in cui sono presenti errori anche grossolani, che il classico “critico” non esiterebbe ad evidenziare.
Sto parlando delle fotografie che sono riuscite a liberarsi dalla morsa del perfezionismo, quel terribile virus che prima o poi infetta tutti i fotografi nel corso della loro attività.
Il perfezionismo è un malanno da cui non sempre è facile svincolarsi e contro il quale tanti grandi artisti hanno ingaggiato continue sfide durante tutta la loro carriera.
Non confondere la curiosità, la voglia di imparare e di far le cose di qualità, con il perfezionismo. Quest’ultimo è subdolo e strisciante, arrogante e prepotente, ti porta ad avvitarti su te stesso ed è anche un assassino: uccide la creatività.
Ti aspettavo, sei arrivato….
Giustamente hai parlato delle “fotografie che sono riuscite a liberarsi dalla morsa del perfezionismo”, quelle foto che hanno una forza intrinseca che và oltre il nome dell’autore. Però succede anche che, perchè è Tizio l’autore gli vengono perdonate tutte le “pecche” ….mentre le stesse “pecche” se le fai tu o io vengono additate….quello che intendo dire è che prima di guardare chi ha fatto la foto, di guardarla la foto, farsi trasportare dalle prime emozioni che essa è in grado di dare….perchè prima di tutto la foto và guardata nella sua interezza, e solo in ultima istanza le regole tecnico/compositive….non mi importa assolutamente nulla della regola dei terzi se la foto non mi dice niente.
Lasciarsi guidare dalle emozioni prima che dalle fredde regole della perfezione.;-)
Non avrei saputo dire tutto questo meglio di te.
a volte, meglio scattare in fretta e furia con il telefonino, immagini imperfette ma talmente fugaci, che altrimenti evaporerebbero in un battito di ciglia.
nel caso di umanità rubata e street, è comunque impossibile avere l’immagine perfetta, in senso tecnico…
Le regole compositive non servono, se non come “ancora”. Si ottengono con un processo di scoperta inverso, ovvero si studia come l’occhio legge l’immagine, ci si costruisce sopra la regola, e poi si chede di seguirla per leggere l’immagine dal mirino. A me sembra una follia. Secondo me si fa prima ad imparare a guardare che ad imparare le regole su come guardare la scena. Bresson quando ha scattato questa foto ha visto l’espressione del bambino. Essendo Bresson ha fatto passare l’espressione e proprio non ti viene da notare Il resto. E, no, Fulvio, Bresson è esattamente l’esempio di come si possa avere una immagine perfetta e contemporaneamente cogliere l’attimo. Ovvio, non in questo caso specifico. Ma la nuova street si basa anche molto sull’erore fotografico, sugli elementi tagliati, sull’inclinazione di camera (cosa altrettanto folle, perchè si iniziano a costruire regole e stilemi a partire dalle imperfezioni)…