Come tanti sono convinto che la creatività si esprima spesso come naturale conseguenza dell’“influenza”.
Con influenza intendo tutto quel processo di rielaborazione che l’artista compie partendo da ciò che ha visto, provato, vissuto, studiato, approfondito ed introiettato per poi produrre un’opera che risulta come nuova ed originale.
Non esiste il “creare” dal niente ed anche l’atavico concetto di “ispirazione” si rifà proprio a questo.
In fotografia, come in qualsiasi altra forma espressiva del resto, si tratta sempre di rielaborare in modo non banale il pensiero di coloro che ci hanno preceduto. La vera genialità sta nel farlo in modo personale e genuino, trovando la giusta misura nell’inserire fattori nuovi.
Si può verificare facilmente tutto questo andando a studiare i capolavori dei grandi maestri e scoprendo puntualmente che le loro opere sono state sempre fortemente influenzate da (a volte sconosciuti ma importanti) predecessori.
Sono un emblematico esempio di questo fenomeno i famosi scatti di Ansel Adams nei grandi parchi americani. Ansel li realizzò ispirato dal lavoro di vari avventurosi pionieri dell’ottocento, che si muovevano con pesanti e primordiali attrezzature alla scoperta di una frontiera che non era solo fotografica. Sono nomi forse un po’ meno noti ma comunque importanti nella storia della fotografia. Carleton E. Watkins e Charles L. Weed avevano fotografato proprio la valle di Yosemite che rese famoso Adams ma anche William Belle, Timothy H. O’Sullivan o William Henry Jackson avevano immortalato ben prima di lui, e con uno stile decisamente simile, i grandi spazi dell’ovest americano.
Casi analoghi si possono trovare a bizzeffe nella storia dell’arte, ma rimanendo in tema fotografico, dove esempi di questo tipo sono facilissimi da trovare, possiamo citare l’emblematica influenza dei grandi classici della pittura sui fotografi recenti, com’è ad esempio il caso della Venere del Botticelli sugli scatti di Andy Warhol o David LaChapelle oppure l’impatto di Edward Hopper su Gregory Crewdson.
Insomma, la creatività è sempre espressione di newtoniana “capacità di salire sulle spalle dei giganti”, quindi conseguenza di studio e comprensione delle opere dei propri predecessori.
Non ci sono scorciatoie.
sono estremamente daccordo!!
ciao
Troppo Vero 😉 Anche Ernst Gombrich, storico dell’arte, ho letto che afferma questa teoria! Grande Pega!!! I tuoi Post mi fanno prendere bene la giornata!
Beh che dire Emanuele e Pino, è reciproco!
Anche commenti come i vostri, specie così di primo mattino, sono qualcosa che fa proprio prendere bene la giornata!
Grazie!
d’accordo su tutto pure io 🙂
L’originalità esiste solo quando la gente si scorda che quello che hai fatto tu l’ha fatto un’altro prima di te. 🙂
Comunque il bello della fotografia è che si rapporta sempre con il reale ed il contemporaneo. Se un Adam o Bresson rinascessero oggi, fotograferebbero cose diverse, forse in diverso modo.
La fotografia sarebbe morta già da un pezzo se il mondo non cambiasse in continuazione. 😉
chi più sa più fa chi più copia più inventa chi più vespa mangia le mele