Nel febbraio del 2008 Polaroid annunciò la cessazione della produzione delle sue pellicole. Fu una pessima notizia, principalmente per i 450 dipendenti dei tre stabilimenti di un’azienda così importante.
Il marchio era stato il punto di riferimento mondiale della fotografia istantanea per decenni ma con l’avvento del digitale tutto era cambiato ed i numeri parlavano chiaro: a partire dal 2000 le vendite avevano subito una contrazione annua del 25% (!). Il destino era segnato.
Un destino che sembrava ormai senza alternative anche per i tanti appassionati della foto analogica instantanea, visto che pure Fuji, l’unico altro produttore rimasto, pareva intenzionato a cessare la produzione di questo tipo di prodotti.
Ma un piccolo gruppo di persone, tra cui ex manager di società nel settore della fotografia ed ex dipendenti, ha rilevato l’ultimo stabilimento Polaroid in grado di produrre pellicole istantanee e, con una nuova società chiamata The Impossible Project, ha ricominciato a creare e distribuire questo tipo di pellicole.
Il nome scelto è azzeccato: pensare di riaprire un mercato del genere non è proprio cosa facile, non solo dal punto di vista del marketing e della distribuzione ma anche da quello tecnico. Infatti solo parte del know how per la produzione è ancora disponibile ed anche la presenza di nuove normative e maggior sensibilità verso le questioni ambientali hanno costretto i tecnici dell’Impossible Project ad esplorare nuove strade. In sostanza si è trattato di reinventare buona parte del prodotto.
Solo da poco tempo le nuove pellicole sono disponibili sul mercato e la qualità dei cartridge non è ancora al livello di quelli che erano gli standard Polaroid (l’ho sperimentato in prima persona producendo delle pessime “poeraloids“), a questo si aggiunge anche un prezzo decisamente elevato.
Ma da Impossible dicono che ogni pacchetto di film è migliore del precedente e si arriverà di nuovo a potersi togliere delle belle soddisfazioni con le istantanee.
Proprio come una volta.
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[…] in due strade distinte. Da un lato il manipolo di “eroi analogici” dell’Impossible Project che dal 2008 hanno intrapreso, fondando una nuova azienda, la difficile strada del riavvio della […]