“Don’t Forget To Say Hello”.
E’ in sintesi tutto qui il pensiero che ci trasmette Steve McCurry in un breve video che fa parte del progetto “One-Minute Masterclass” realizzato da Phaidon.
McCurry è uno dei fotogiornalisti e fotografi di strada più famosi del mondo. Membro dell’agenzia Magnum è l’autore del famosissimo ritratto della Ragazza Afgana reso celebre molti anni fa dal National Geographic, rivista con cui lavora ormai da tempo.
Per McCurry la fotografia di strada è il terreno su cui cogliere le opportunità più varie per entrare in contatto con persone di ogni angolo del mondo e realizzare ritratti intensi e suggestivi attraverso la creazione di un rapporto sincero tra fotografo e soggetto.
L’elemento del saluto è quindi per lui il biglietto da visita, la chiave per aprire la prima porta in modo rispettoso, cercando di porsi in modo il più possibile paritetico nei confronti della persona davanti all’obiettivo.
E’ un approccio alla fotografia di strada diverso da chi la interpreta alla ricerca di scatti rubati e situazioni spontanee dove il soggetto è totalmente inconsapevole. McCurry al contrario cerca il contatto e tenta di stabilire un dialogo con gli esseri umani che ha di fronte, quasi indipendentemente dalle barriere linguistiche che possono esistere.
Trovo molto bello questo punto di vista e ti consiglio questo minuto con Steve.
Il video è in inglese. A chi non è del tutto a suo agio con questa lingua consiglio comunque la visione… magari proprio immaginando di avere davanti questo signore con i baffi che racconta la sua storia a noi che con la nostra fotocamera siamo lì davanti, non comprendiamo bene la sua lingua ma… vogliamo fargli un ritratto.
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Lo sai che a distanza di 20 fu cercata la ragazza di questa foto e ritrovata?
Mi pare che lui segua la strada di Cartier Bresson relativamente ai ritratti…non hai postato tu, Pega, un pò di tempo fa un articolo in cui si descriveva come il sopra citato fotografo trascorresse ore parlando e guardando negli occhi la persona di cui fare un ritratto?
che dire? trovo splendido il lavoro di mccurry.
sarebbe bello poter affrontare come fa lui la fotografia di ritratto…ne verebbero fuori scatti interessantissimi dal punto di vista emotivo.
bel post pega.
rileggendo bene posso tornare sull’argomento?
citandoti:
“E’ un approccio alla fotografia di strada diverso da chi la interpreta alla ricerca di scatti rubati e situazioni spontanee dove il soggetto è totalmente inconsapevole.”
Quanto dici, anche se può avere i suoi pro e contro, è uno degli elementi fondamentali per la fotografia street candid, ossia quando si deve necessariamente “catturare quel preciso istante” che altrimenti non si ripeterà più. qui siamo di fronte ad una fotografia più di ritratto che non street nel senso puro (in questo bresson è completamente diverso e più da ‘attimo fuggente’).
cosa ne pensi?
Si, è una fotografia di strada dove si entra in contatto con il soggetto.
Non credo che la definzione di “street photography” preveda obbligatoriamente l’aspetto della foto rubata o comunque il cogliere solo attimi spontanei. Anche quella di McCurry è una fotografia fatta senza tanta preparazione, quello che lui sottolinea è solo il cercare di manifestarsi con rispetto alle persone che si intende ritrarre, di certo non il lavoro che tipicamente viene svolto nel ritratto fotografico più classico.