Era il 1906 quando il giovane Jack London si recò dal famoso fotografo Arnold Genthe a San Francisco con l’idea di farsi fare un bel ritratto da un artista affermato.
Si narra che accolto nello studio, London esordì con una serie di complimenti del tipo: “Sei un fotografo bravissimo Arnold, un grande maestro, chissà che splendida macchina fotografica devi avere qui, la posso vedere? Deve essere una delle migliori disponibili visto che riesci a fare foto così belle…”.
Genthe non sembrò dare peso alle parole dello scrittore e lo fece accomodare nel suo studio, dove usando una delle sue normalissime fotocamere, realizzò alcuni ritratti, tra cui uno destinato a diventare una delle immagini più famose di Jack London.
Finita la sessione fotografica Genthe non seppe però trattenersi e salutando il giovane gli disse: “Ho letto i tuoi libri Jack, penso siano delle gran belle opere d’arte. Devi proprio avere una fantastica macchina da scrivere!”
🙂
Il ritratto di Jack London
08/05/2012 di Pega
Se l’aneddoto è vero è davvero gustoso, perché è una scenetta che sento in giro sotto forma di barzelletta e mi diverte sempre 😀
🙂 adoro l’arguzia
l’acida risposta di genthe avrebbe funzionato meglio con un pittore che con uno scrittore, perché una cosa è l’uso di uno strumento che condiziona con la tecnica il risultato e una cosa è una macchina da scrivere che non crea calligrafia e tanto meno condiziona il racconto: questo perché la frase di london voleva solo esser gentile e non sprovveduta (lo so perché conoscevo jack)
e oggi pomeriggio mi compro una d4
lo strumento condiziona si, come per il musicista o altri artisti che si esprimono grazie ad oggetti complessi che influiscono sulla qualità del risultato…
È una faccenda parecchio interessante.