Inquadri, imposti i parametri della fotocamera, scegli il punto di messa a fuoco, componi e scatti. Il movimento successivo è automatico: guardi il display e valuti com’è venuta la foto. E poi… non di rado… cancelli. Forse anche un po’ troppo spesso cancelli.
O no?
Questa immediata verifica del risultato è stata portata dal digitale, insieme al costo zero dell’esposizione. Prima, per poter vedere il risultato dello scatto, oltre a spendere dei soldi, era necessario attendere un po’ di tempo, tipicamente qualche giorno. Faceva eccezione la Polaroid, che però introduceva il fattore di un maggiore costo per scatto, che tendeva a far aumentare molto il rispetto, anche nei confronti delle foto meno riuscite.
Il piccolo investimento unito al tempo che intercorreva tra lo scatto e la verifica avevano una loro funzione.
Servivano a farci distaccare dall’emozione tipica del momento ed a creare aspettativa, un piccolo rito di attesa che aiutava a valutare meglio e con più attenzione le foto realizzate.
Adesso tendiamo ad essere immediatamente critici ed a cancellare scatti che giudichiamo a colpo d’occhio sul piccolo display della nostra macchina fotografica, spesso senza lasciar trascorrere nemmeno due secondi. Lo facciamo senza rimorso, tanto le foto digitali sembrano non avere un costo…
Ed invece io sono sicuro che tra quelle tante foto cancellate, in mezzo a quella moltitudine di esposizioni tecnicamente sbagliate e giustamente da scartare, ce ne sia ogni tanto qualcuna particolare e degna di sopravvivere. Scatti che sono come una sorta di brutti anatroccoli fotografici, che con solo un po’ di tempo ed attenzione in più, avrebbero modo di rivelarsi e darci qualche bella soddisfazione.
Pensaci la prossima volta che tendi a cancellare compulsivamente.
🙂 🙂 🙂
Hai sicuramente ragione, ed infatti l’impulso di cancellazione è di solito dipendente dall’umore e da altri psicofattori, oltre che dal fatto di aver scattato altrettanto compulsivamente (a volte capita). Tuttavia per distinguere tra un brutto anatroccolo fotografico e una foto veramente brutta ci vuole molta calma e parecchia fortuna!
In effetti la selezione si fa a casa su uno schermo decente
Lo dico piano, anzi pianissimo: non cancello mai niente dopo lo scatto.
Cancello solo gli scatti non voluti, i miei piedi, l’asfalto, il cielo e così via, altrimenti attendo di scaricare le foto e rivederle con calma più volte. Accade anche che la cancellazione avvenga dopo molto tempo, quando mi siedo davanti al pc con la divisa da operatore ecologico. Un amico ha sostituito l’icona del cestino con la foto di un vero e proprio cassonetto, rinominando il tutto con “il miglior amico del fotografo”.
Sarà perché credo di avere tanti brutti anatroccoli che li tengo nascosti, non li mostro a nessuno e piano piano attendo il momento psicologicamente favorevole per fare pulizia. A volte il momento nasce dalla scelta di acquistare un nuovo hard-disk o fare pulizia. Ci sarà qualcun altro come me, lo spero altrimenti ho bisogno di terapia
Ebbene sì, lo confesso: sono una cancellatrice compulsiva! Cancello appena scattato, appena scaricato e anche dopo. Se ho del tempo libero con la macchina in casa, tendo a cancellare prima di scaricare sullo schermo anche non più a caldo. L’unica cosa che ancora non sono riuscita a fare è formattare la scheda prima di aver scaricato le foto sul computer. Ma c’è sempre tempo.
Ma chi cancella?
Io conservo TUTTO!
io sono un conservatore compulsivo, altro che cancellare!
La cosa migliore sarebbe non eccedere… per i conservatori compulsivi avevo comunque scritto qualcosa in un vecchio post… http://wp.me/pCYfM-1NV
io invece non cancello niente cioe scatto in raw e jpg i jpg li tengo tutti mentre i raw tengo solo quelle che ritocco dopo lo scatto ho comprato un hard disck esterno apposta! E poi ultimamente tendo a scattare meno proprio per la mancanza di tempo di ritoccare le foto in post.
Io invece prima tenevo tutto, ma proprio tutto! Solo recentemente ho imparato a cancellare e tenermi solo gli scatti che sembrano più validi degli altri. Questo perché tornavo sempre dai miei giri con una roba come almeno 2mila scatti! Ho ancora foto di agosto da editare, e ho detto tutto, ahimé 😛
Lì entra anche lo scatto compulsivo! Quando sono stata a castelluccio di Norcia son tornata con qualcosa tipo 500 scatti in due giorni. Avevo l’ansia alla sola idea di guardarle…ho costretto mia madre alla classica proiezione post-vacanza per essere sicura di scorrerle tutte almeno una volta!
Un vizio uguale/contrario a quello dello scatto a raffica. La selezione dovrebbe essere fatta con calma, su uno schermo più grande. Soprattutto si può evitare di cancellare subito uno scatto che non è esattamente voluto, magari tempo dopo risulta interessante.
Un’idea semplice ma da non dimenticare: utilizzare etichette differenti per segnare gli scatti che consideriamo “riusciti”, e quindi da elaborare immediatamente, e quelli “da rivedere” in futuro. Per la cancellazione definitiva c’è sempre tempo!
in macchina cancello veramente poco, a meno che non sia a corto di spazio; una volta a casa cancello solo le vere schifezze; potrei essere anche più selettivo, ma a volte un foto tecnicamente errata coglie comunque un momento o una storia che non vorrei dimenticare e quella foto – anche se brutta – aiuta non poco la mia memoria