Senza dubbio la fortuna gioca un ruolo importante nelle nostre vite e lo può giocare anche in fotografia.
Può capitare di avere la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, di inquadrare a casaccio ed avere la fortuna di cogliere una composizione geniale.
Può capitare che la fortuna ci aiuti a scegliere le giuste impostazioni di tempo e diaframma come se stessimo indovinando un ambo del lotto e che poi guidi il nostro dito a schiacciare il pulsante dell’otturatore nell’istante migliore, quello del “decisive moment”.
Può poi addirittura capitare quello che vedo sempre più spesso considerare di gran valore: che una macchinetta in plastica, incapace di fare due scatti uguali, introduca qualche macchia o aberrazione, rendendo la foto un colpo unico ed irripetibile.
Può infine capitare di essere portati ad esporre questi scatti, vederli mostrati come opere d’arte e ricevere ottime critiche.
Magari mi sbaglio a riguardo della “culo photography”, ma la mia idea di arte è un’altra. Rimane legata alla capacità che, per esserlo davvero, un artista deve avere, di produrre opere frutto della sua visione, della sua volontà e del suo estro oltre che delle sua capacità di creare e comunicare.
Magari è talento, oppure un mix di impegno, sudore e magari anche un pizzico di fortuna… Ma bisogna che non sia solo ed esclusivamente culo.
🙂
sono contento di essere il primo a misurarsi con un argomento su cui edward weston aveva le proprie idee
tuttavia, per bilanciare la prospettiva valutativa/semantica/anal-itica, trascrivo qui alcune delle più significative frasi dei maggiori fotografi mondiali, dopo aver visto i provini a colori di Ilona Staller per la copertina di Photo Vogue del 1905:
“culo è bello” (dante)
“chi culo mangia le mele” (m. pozzi)
“meglio un culo oggi che una gallina domani” (f. corona)
“levami quel cagnolino dal culo” (coppertone®)
“ed elli avea del cul fatto trombetta” (n. rosso)
Caro Ugo sei sempre un pozzo di cultura e citazioni 😀
Devo far proprio tesoro di queste (di una o due in particolare)
🙂
Io sono una “fotografa” che nemmeno per culo riesce a fare belle foto!
😀
Buona giornata
Don(n)a
Un fotografo, a differenza di un pittore o di uno scultore, puo’ anche avere “culo” in uno scatto ma non puo’ basare tutta la sua attività su quello. Diciamo che studiando e imparando si può riuscire a portare il “culo” dalla propria parte 🙂
Concordo con te, io infatti dico che molti miei scatti che sono molto elogiati siano questione di fortuna, o volendo di “culo fotografico”…
Ciao, Pat
Senza quello si fa poco, non solo in fotografia…. Comunque sempre molto bello leggerti….
La tecnica e la testa possono aiutare la fortuna ad essere individuata, valorizzata, ma la fortuna certo non può regalare tecnica e capacità.
Mi hai regalato un sorriso… (che culo, però!)
mi piacerebbe ritrarre culi, perché “sul piano etico il culo è più onesto della faccia, non inganna, non è maschera ipocrita”.
Sei sicuro?
un po’ di c**o (culo? caso?) ci vuole, non solo nella fotografia: se eventi casuali non avessero condizionato la vita di un artista in un certo modo, sarebbero venuti meno stimoli e fonti d’ispirazione che lo hanno portato a realizzare certe opere – ovvio che se un pittore non ha padronanza del pennello e né fantasia il c**o serve a poco.
A me se riesce bene una cosa è sempre solo per culo.
Credo sia grave.
a proposito…quando le cerchi non sempre son questione di..C..e condivido quanto asserisce Vigo..
anche se nella vita..serve ;D!
http://www.flickr.com/photos/adrip/8144115833/in/set-72157628605246135
Pur condividendo le vostre sensazioni sulla casualità dello scatto, da giardiniera mi sento obbligata a precisare che il prato in fotografia è di Trifolium repens, in cui i gruppi di foglie possono arrivare fino a sette (od otto, non ricordo). Non è affatto difficile imbattersi in un trifoglio a quattro foglie, anzi, è cosa piuttosto comune.
Mentre il vero “trifoglio”, quello portafortuna e spezzamagie, simbolo della Aer Lingus, il trifoglio che blocca il Leprecauni, è una versione geneticamente anomala, rarissima, dell’Oxalis pes-capre. Tutt’altra pianta e tassonomia anche se somiglianza nelle foglie cuoriformi.
Dovevo dirlo, scusate.
Grande Lidia, grazie della tua precisazione!
Beh, visto quello che ci insegni mi viene da dire che forse per avere davvero fortuna (ovvero trovare un “vero” quadrifoglio), bisogna avere un gran culo!
😀
Io ne ho visti solo due in vita mia. Credo della casualità, ma non alla fortuna. “Fortuna/Sfortuna” sono concetti che noi applichiamo per gratificarci/deresponsabilizzarci o per attribuire un significato magico-religioso al nostro operare.
Filosofia a parte, sì, è molto difficile trovare un vero quadrifoglio, e se vi capita, essiccatelo tra le pagine di un libro e non mancate di mostrarlo alle cene tra amici!
Buona caccia!
Eh si, però Lidia adesso sarebbe bello se tu ci aiutassi a sollevarci un po’ da questa ignoranza botanica e ci indicassi qualche dettaglio o fonte informativa per riuscire a riconoscere un quadrifoglio vero, se mai ci capitasse di incontrarlo.
È poi io forse propenderei per (solo) fotografarlo.
🙂
I quadrifogli fanno parte della mia vita, li trovo spesso, ma non credo che portino fortuna, la fortuna è un’altra cosa. Cmq fa piacere “incontrarli”, questo sì. E quando posso scatto una foto e distribuisco la “fortuna” con altri 🙂
Io li trovo raramente. E’ tutta una questione di occhio, proprio come in fotografia!
Grazie, ciao!