Mentre sempre più fotografi oggi si affannano a cercare l’effetto ed il fascino del passato, scattando in analogico o addirittura trasformando in bianco e nero le immagini che i sensori digitali catturano a colori, c’è chi fa qualcosa di completamente opposto.
Sanna Dullaway colora vecchie fotografie che di colore non ne hanno. Lo fa con grande maestria, applicando ad immagini famose una tecnica che ci regala un punto di vista nuovo e particolare, quello di un passato molto reale, quasi tangibile.
Già nell’ottocento si era fatto uso di pigmenti e sostanze coloranti per arricchire di cromatismi le fotografie di allora, cercando un realismo che si riteneva insufficiente, ma il risultato era spesso poco interessante, troppo evidentemente artificioso.
La tecnica della Dullaway è invece efficacissima, l’inganno è perfetto e lo sguardo di Churchill sembra catturato con la qualità Kodachrome mentre la “Migrant Mother” di Dorothea Lange appare come immortalata con i megapixel di una moderna digitale.
E’ un percorso inverso rispetto ad alcune tendenze retrò tanto in voga adesso, un processo che ci mostra un “passato aumentato” o forse meglio dire reinterpretato.
Io lo trovo un interessante esempio di come si possa essere creativi rielaborando la realtà per inventarne una parallela.
(Via Mashkulture.net)
Si, anche se questa cosa non mi entusiasma. Per carità, va benissimo così e tutti noi traiamo piacere da ciò che maggiormente ci affascina, ma mi pare che in tutto questo ci sia ben poco di fotografico o innovativo. in fondo è solo un modo di dipingere, su foto e non su tela, ma sempre dipingere è. Come direbbe Di pietro “che ci azzecca” con la fotografia?
a me mi piace!…forma scorretta ma è bella!
la ricerca, l’inventiva, l’invenzione è sempre un’espressione umana, in qualunque modo si esprima.
..tutti si inverte..c’è un viaggio verso il futuro e c’è un viaggio a ritroso, verso il passato…
io lo trovo geniale questo progetto…perchè è semplice…
un po’ come per i fiori, che quando sono veri e son belli , sembrano finti.
e quando i fiori finti sono belli , sembrano veri.
vento
magari non la si può chiamare fotografia, ma qualche risvolto interessante ce l’ha: se non si ha modo di conoscere i colori della scena originale mi sembra un modo interessante per capire come la gente si immagina a colori una scena rappresentata in bianco e nero… può dire molto di come una persona “vede” il mondo… pensate solo a quali potrebbero essere i risultati affidando lo stesso assignment (!) di colorazione a più persone
p.s. la maggior frequenza di pubblicazione dei post ultimamente ci costringe agli straordinari 😉
Sarebbe davvero bello vedere il risultato proposto da grandi astisti del colore, applicato a questa modalità espressiva. Bello immaginare come si sarebbe espresso qualche genio come Picasso o Van Gogh 🙂
P.s. A proposito del ritmo di uscita dei post… A me risulta inalterato da almeno un paio d’anni! 🙂 Comunque grazie della graditissima partecipazione!
si vede che prima ero distratto e di tanto in tanto me ne perdevo qualcuno 😉
🙂
E’ pur sempre una forma di arte applicata alla fotografia, poi ovviamente come ogni forma di arte può piacere oppure no. Io la trovo interessante, da veramente una prospettiva diversa della foto, anche se gli originali a mio parere, restano sempre i migliori
Ciao, Pat
Per me è come vedere i film in bianco e nero riproposti a colori in televisione.
Mi danno fastidio.
Del resto si tratta di una forma di provocazione, che come tale può anche dare fastidio.
Mi sorprende notevolmente il fatto che nonostante abbia cercato dentro di me frugando in spessi sedimenti di conoscenze simboli e significati, devo sorprendentemente constatare che non vi é alcuna differenza di significazione logica o emozionale, tra la cromaticità ed il bianco e nero delle immagini portate ad esempio nel post. Mi sorge allora il dubbio che, quando esprimiamo pareri sulle differenti intensità emotive e contenutistiche tra il colore ed il B/N, qualche volta la nostra sia soltanto magniloquenza .
I colori sono una percezione soggettiva ( https://pegaphoto.com/2012/03/15/la-relativita-dei-colori/ ) e non escludo che la tua impressione, che in qualche modo condivido, possa anche essere dovuta allo spessore di queste immagini. Forse con altre l’effetto è diverso? È magari diverso a seconda del momento?
In ogni caso il colore aggiunge qualcosa ed in questo senso limita la libertà dell’osservatore di proiettare sensazioni ed emozioni nell’immagine. Questo, di fatto, modifica l’impatto dell’immagine.
Qui un altro mio breve pensiero sulla questione: https://pegaphoto.com/2010/02/23/emozioni-in-bianco-e-nero/
Grazie ancora dei tuoi sempre interessanti e stimolanti contributi, a presto!