Torno a citare questo magnifico cigno in bianco e nero, una forma perfetta, colta con maestria da Alberto Montalbetti (Aka Albi Tai) che l’ha inserito come elemento di una sua galleria su Flickr intitolata “L’occasione fa l’uomo fotografo“.
In questa galleria l’autore si schermisce e parla di fortuna: scatti che lui indica quasi come casuali, in cui si è trovato al posto giusto nel momento giusto.
Ecco, appunto: “al posto giusto nel momento giusto” ma anche e sopratutto preparato. Siamo sicuri che si tratti davvero di avere fortuna? Io non credo proprio, o almeno credo che il peso della fortuna sia davvero relativo.
E’ la passione la chiave. La ricerca costante ed attenta, l’occhio che quasi senza volerlo cerca continuamente inquadrature e la mente che immagina composizioni quasi in automatico…
Coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere un grande maestro come Henri Cartier-Bresson raccontano che egli sembrasse sempre irrequieto: mentre ti parlava si muoveva quasi come a studiare l’inquadratura a cercare la giusta composizione e valutare lo sfondo. Si guardava continuamente intorno, osservava le cose e le persone in modo fotografico, anche quando non aveva con sè la macchina.
La sua leggendaria capacità di cogliere il “decisive moment” non era fortuna.
Insomma, la fortuna c’entra solo in minima parte.
Possiamo piuttosto considerarla come la capacità di essere sempre preparati, di saper cogliere al meglio le oppurtunità che continuamente ci si presentano, senza lasciarcele sfuggire.
http://it.wikiquote.org/wiki/Fortuna
E’ una dote delle persone dallo sguardo artistico e poetico, uno sguardo che, unito ad abilità tecniche ed l’esperienza, fa di un’opportunità un qualcosa di artistico, che noi, poi, possiamo contemplare.
Mi capita spesso di guardare persone, cose, fatti e di dirmi “quella è una foto”, soprattutto mentre faccio tutt’altro.
Io, però, so fotografare solo attraverso il mirino, il display mi confonde quindi la fotocamera del telefono è come se non esistesse. Ho una collezione di scatti mancati davvero ricca (visto che l’attrezzatura sta sempre a casa).
Se non lo hai letto, ti consiglio “L’infinito istante” di Geoff Dyer. Un assaggio qui: http://thejazzbaroness.wordpress.com/2012/12/04/linfinito-istante/
A presto
Quelli che chiami “scatti mancati” e di cui sentì di avere una collezione, potrebbero essere quelle che in un vecchio post chiamai “foto mentali” : https://pegaphoto.com/2012/01/23/la-foto-mentale/
esattamente! 😉
c’è chi ha orecchio e chi ha occhio..i più fortunati entrambi!!
Ciao :-))
Concordo in toto con te, non può essere solo fortuna perché gia l’uscire di casa con la macchina al collo indica che sei intento ad andare a caccia della tua foto, poi non sempre ti và bene ma questo è un altro discorso!
Eh si. Hai colto nel segno: “già uscire di casa con la macchina” può fare enorme differenza, come anche essere sempre a “caccia”.
Vero?
🙂
Quando si dice la combinazione, proprio nello stesso giorno di questo tuo post (che condivido in pieno) ho messo qualcosa di molto simile- come argomento intendo- nel mio blog 🙂