A tutti ogni tanto capita di trovarsi in una fase di stanca. E’ quel momento dove la creatività è come affievolita, le idee non arrivano e sembra mancare anche la voglia. Gli scrittori la chiamano sindrome della pagina bianca.
Non è grave. Basterebbe solo un po’ di movimento.
Cosa intendo? Dico che per trovare nuovi spunti e ridare vita al processo creativo serve un minimo di attività, anche solo vagamente correlata alla fotografia. L’importante è non sedersi ad aspettare, ma fare qualcosa, in modo da riguadagnare un po’ di inerzia.
Lavorare sulle vecchie foto, andare ad una mostra, leggere un libro, fare un workshop o una photowalk. Va bene tutto, l’importante è vincere la stasi. E’ così che le idee tornano quasi per incanto a fluire.
Il paragone che faccio spesso è quello del servosterzo: quando le comuni automobili non ne erano provviste ci si rendeva facilmente conto che solo muovendo leggermente il veicolo si riusciva a far sterzare le ruote. Da fermi era quasi impossibile.
Oggi è meno frequente fare questa constatazione dato che anche le utilitarie più economiche hanno il servosterzo. Non solo, abbiamo “servosterzi” di varia natura ovunque, anche nelle nostre fotocamere ormai dotate di ogni possibile automatismo. E così ecco il pericolo di impigrirsi, abituarsi a fare sempre meno fatica, fino a fermarsi, diventare statici e dimenticare quello che è un principio tipico di molti processi naturali: la nascita di cose nuove è sempre legata al movimento.
Inerzia fotografica
22/02/2013 di Pega
Sono d’accordo con te. In ogni caso, non c’è da preoccuparsi e soprattutto è inutile forzare la mano.
sono concorde con…nubifragi :inutile forzare la mano.
condivido l’importanza del movimento nell’afflato vitale
cioè: chi si ferma muore schiacciato