Gli ingredienti sono semplici: un movimento regolare ed una lunga esposizione.
Non ci vuole molto altro per cimentarsi in un genere che può dare dipendenza: l’astratto dinamico. Eh sì perché basta davvero poco per rendersi conto di quante possibilità si possono sperimentare. In genere si comincia per caso, provando a “vedere che effetto fa” a muovere la fotocamera ad otturatore aperto, scovando effetti curiosi tra luci ed ombre. Il passo successivo è cercare maggior qualità, correggendo i tempi di esposizione e migliorando la precisione del movimento, magari montando la macchina su un cavalletto. Poi arriva la fase finale, quando si cercano di comporre tra loro più movimenti diversi, in genere combinati con l’uso dello zoom.
Insomma ci si può divertire parecchio con questa storia degli astratti dinamici. Se non hai mai provato inizia con un’esposizione di mezzo secondo ed un preciso movimento lineare (orizzontale o verticale) che esalti i tratti tipici dello scenario che hai davanti. Un esempio classico è quello di muovere verticalmente la fotocamera mentre si fotografano degli alberi ma anche il movimento orizzontale può dare risultati interessanti, specie di fronte a scenari dominati da linee stratificate, l’importante è la precisione del movimento.
Tra le possibili tecniche sono da tenere in considerazione anche le rotazioni come l’avvicinamento (o allontanamento) dal soggetto, facilmente ottenibile con ottiche zoom.
In genere si va per tentativi, arrivando a trovare una combinazione di movimenti che risulta più o meno armoniosa.
Il mio scatto sopra è uno zoom-out combinato con una rotazione. Tempo di esposizione circa un secondo.
Buon divertimento!
L’astratto dinamico
26/02/2013 di Pega
questo è il mio primo e finora ultimo tentativo di scatto con la tecnica descritta.
Lo scatto ha avuto una buona accoglienza tra gli utenti di Flickr
Proprio affascinante questo tuo scatto. Come ti ho scritto su Flickr a me sa di iperspazio… 🙂
http://gialloesse.wordpress.com/2013/03/02/il-movimento/
Alcuni modesti tentativi. Tutto al momento dello scatto però, è la mia filosofia. Dopo sono possibili gli innumerevoli tentativi che la tecnologia offre, e possono ricavarsene autentici capolavori, non ne dubito. Ma non possono certamente essere annoverati tra le fotografie.
Come ho scritto sul tuo sito, le trovo magnifiche.
Complimenti e grazie per averle condivise.
Ciao!
c’ho messo un po’ a ritrovare il file della foto che avevo in mente, ma alla fine l’ho avuta vinta sull’archivio – ecco il contributo: http://www.flickr.com/photos/vigopix/8528357301/in/photostream/lightbox/