Dopo l’incauto acquisto della Colorpack, ho fatto la scemenza di continuare a curiosare su Ebay in cerca di altre Polaroid. Del resto non è difficile trovare fotocamere “a strappo” di classe superiore, qualitativamente migliori, più belle e pratiche da portare in giro poiché pieghevoli: i modelli che furono definiti “folding”, appunto. E così è andata a finire che non ho saputo resistere al fascino di una di queste e mi sono aggiudicato una splendida Polaroid Land Automatic 250.
È arrivata dagli Stati Uniti, dove si scovano con una certa facilità ed in buone condizioni. La 250 è un modello che ai suoi tempi era considerato top di gamma: lenti in vetro, chassis in metallo e telemetro Zeiss, insomma un gioiellino.
Trattandosi di un oggetto del 1968, non mancano i grattacapi e la mia non ne era esente. La batteria originale da 4,5v è introvabile ed ho dovuto fare una piccola modifica per alloggiarci tre pile mini stilo, un lavoretto senza intoppi. Di ben altro impegno invece é stato “il doppio intervento a cuore aperto” per risaldare una pista interrotta nel circuito dell’otturatore (che non funzionava) e procedere poi a ricalibrare l’esposizione automatica usando dettagliate istruzioni trovate su un manuale tecnico US Army dedicato a questa macchina fotografica.
Adesso la Zietta è in piena forma, si apre e si chiude allegramente, la qualità delle immagini è splendida ed è un piacere usarla in giro per fare qualche scatto a strappo che assecondi la mia Polaroid Addiction.
Credo che non potrò fare a meno di metterla in borsa e portarmela dietro in occasione della prossima Film Gang.
🙂
Celo!
Hai una 250 pure tu?!
l’esistenza di un manuale US Army farebbe pensare ad un uso bellico di questa macchina… oppure serviva alle truppe per immortalarsi e mandare una foto a casa???
..complimenti per l’esito dell’operazione a cuore aperto, e intanto io mi prenoto per un PLA250ritratto alla Film Gang di luglio, ciao!
l’esistenza di un manuale US Army farebbe pensare ad un uso bellico di questa macchina… oppure serviva alle truppe per immortalarsi e mandare una foto a casa???
..complimenti per l’esito dell’operazione a cuore aperto, e intanto io mi prenoto per un PLA250ritratto alla Film Gang di luglio, ciao!
Chissà, magari era proprio destinata alle foto ricordo. Ho trovato il manuale US Army dopo una estenuante ricerca su Internet di qualcosa che potesse aiutarmi a ripararla. E’ molto dettagliato con spiegazioni chiarissime su come manutenere, riparare e regolare la macchina. Davvero notevole.
Non tutti gli interventi sono fattibili dato che in qualche caso fa riferimento a pezzi di ricambio o strumenti che non è facile avere, ma in linea di massima è quanto di desiderabile, visto anche che sembra rivolgersi a personale sì tecnico, ma non necessariamente specializzato in macchine fotografiche… 🙂
grande Pega, queste macchine Polaroid hanno sempre un grande fascino e quando ne parli il fascino aumenta.
chissà, quando avrò un po’ di tempo libero in più mi ci vorrei dedicare anche io, sperando di trovarle ancora a giro funzionanti (io non la saprei certo riparare) e di trovare anche le “pellicole”.
ma attualmente dove le trovi?
ciao
Le macchine Polaroid di questo tipo si usano sia con le vecchie pellicole Polaroid (ormai davvero difficili da trovare) che con le comuni Fuji della serie FP-100 (colore) e FP-3000 (bn), reperibili sia nei negozi di foto un po’ forniti che online dato che Fuji le produce regolarmente.
Puoi trovare qualche info in più anche nei post che ho linkato: quello sulla Colorpack e l’altro sulla “Polaroid addiction”, dove c’è anche un video dove si vede una tecnica di “recupero” del negativo da una pellicola Fuji FP-100.
🙂
quella macchina è fantastica! non ne credevo che fossero degli anni ’60…
cmq dalle foto che ci sono nell’immagine, fa davvero bene il suo lavoro! è così bello quando cose del passato possono trovare comodamente il loro posto a così tnati anni di distanza, e funzionano pure bene!
certo c’è il problema dell’adattamento delle componenti che nn si trovano più che, dunque, rende questi oggetti acquistabili da chi ha certe capacità per fare interventi come il tuo, ma poi la soddisfazione…!
Mitica ✌👍😃
la prossima volta vogliamo la documentazione fotografica dei vari interventi di restauro!
Io invece ho una “430”, per la verità mai messa in funzione ma ereditata da parenti che dovevano solo fare pulizia di scaffali… Lo ammetto: sono un pigro, non me la sento di rimetterla a posto, trovare pellicole e provare a scattare qualcosa, invidio chi riesce a farlo. E sono stato tentato più volte di metterla su Ebay, ma finora rimane lì sul mobile in ufficio, a far bella mostra e impolverarsi.
ciao,
mi manderesti il link del manuale US Army che hai utilizzato per le riparazioni?
oppure, addirittura il manuale tramite wetransfer?
grazie,
Andrea
Ciao. Puoi trovare il manuale US Army che ho utilizzato io, a questo indirizzo: http://www.liberatedmanuals.com/TM-11-6720-239-35.pdf
Spero ti possa essere utile. Un saluto.