Un nuovo appuntamento con un fotografo fotografato. È la volta di un altro grande nome, quello di Robert Capa, ritratto nel 1937 durante la guerra civile spagnola dalla sua compagna e collega Gerda Taro.
È uno scatto emblematico, che rappresenta molto bene lo spirito di questo importante personaggio, da molti considerato il primo vero fotoreporter di guerra.
Capa non era un tipo da compromessi: dopo le esperienze sul campo in Spagna (1937) ed in Cina, dove nel 1938 documentò la resistenza contro i giapponesi, visse gli orrori della seconda guerra mondiale partecipando in prima persona allo sbarco in Normandia, lanciandosi col paracadute insieme ad un gruppo di assaltatori per fotografare da vicino la fase di attraversamento del Reno.
Insieme a Cartier-Bresson fondò l’agenzia Magnum ma continuò sempre a seguire da vicino guerre e conflitti rischiando moltissimo a fianco dei soldati, fin quando nel 1954, a quarant’anni, saltò su una mina durante una missione al seguito dei francesi nella prima guerra di Indocina.
Robert Capa è stato un punto di riferimento per intere generazioni di fotoreporter ed il cortocircuito che rappresenta questo suo ritratto realizzato da Gerda Taro è particolarmente significativo e drammatico dato che Gerda morì poco dopo, schiacciata da un carro armato spagnolo in ritirata. Per Robert fu un evento tragico ed improvviso che probabilmente lo segnò per sempre, portandolo a seguire ciò che più odiava: la guerra.
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I precedenti cortocircuiti fotografici:
#1: Eugene Atget fotografato da Berenice Abbott
#2: Berenice Abbott fotografata da Hank O’Neal
#3: Edward Weston fotografato da Tina Modotti
#4: Tina Modotti fotografata da Edward Weston
#5: Alfred Stieglitz fotografato da Gertrude Käsebier
#6: Steve McCurry fotografato da Tim Mantoani
È stato un fotografo appassionato della sua arte, che gli è costata la vita; in grado di mostrarci la violenza di cui è capace l’uomo. Lo sbarco in Normandia o la guerra civile spagnola hanno una ‘forma’ grazie a lui. Ricordo la foto del soldato inglese immerso nell’acqua della Manica fino alla testa, con il suo elmo mimetico dirigersi a fatica sulle spiagge normanne (dove probabilmente avrà perso la vita). Ecco, per me quello è ‘lo sbarco in Normandia’!
Eh sì. È pensare che la foto del soldato che sbarca è una delle poche superstiti in cui si vede qualcosa. I rullini scattati da Capa furono infatti rovinati da un errore del tecnico del laboratorio di sviluppo. Capa commentò dicendo che erano “un po’ sfocate”…
ricordo un aneddoto raccontato da una persone che conosco bene e che ai tempi lavorava come giornalista di radiopopolare di milano. quando ci fu a milano la mostra dedicata a robert capa, una nota giornalista della radio medesima, che a quanto mi raccontavano spesso mal cela una non particolarmente apprezzabile supponenza, per preparare il servizio su capa si recò alla triennale pretendendo di parlare con il fotografo. quelli dello staff della mostra, dall’altra parte, non capivano se li stesse prendendo in giro o fosse seria. per radiopopolare, mi raccontava sempre il ragazzo che conosco, probabilmente si augurarono fosse la prima ipotesi…
Non male… 😀