È il 1865, un giovane uomo è ritratto in manette, nella luce radente della sua cella.
Lo scatto è tra i più importanti realizzati da Alexander Gardner, emblematico fotografo della guerra civile americana, mentre il protagonista è Lewis Payne, condannato a morte per aver partecipato alla congiura che portò all’assassinio del presidente Lincoln.
Payne è appoggiato al muro, il suo sguardo colpisce: è allo stesso tempo rassegnato ma anche determinato e fiero, forse c’è una traccia di sfida.
È l’immagine forte e drammatica di un uomo che a breve salirà sulla forca, ad appena ventuno anni.
Come in tutti i ritratti di un tempo, l’espressione è rigida. Le tecniche fotografiche non consentivano tempi rapidi ed obbligavano ad esposizioni lunghe, con i soggetti che venivano messi in posa per molti secondi, a volte addirittura minuti, quando la luce era scarsa. Molto spesso il risultato aveva qualcosa di innaturale e artificioso, ma qui è diverso.
Payne non sembra preoccupato del risultato formale. È fermo ma rilassato, sicuro, fiero delle sue idee, consapevole dell’imminente fine.
È uno scatto molto potente, senza tempo, che ti invito ad osservare in tutti i suoi forti contrasti, visibili e non, ascoltandone il silenzio e cogliendone il valore che trascende il momento storico in cui è stato realizzato.
Il ritratto di Lewis Payne
14/07/2013 di Pega
emozionante
Questa foto mi ha sempre molto affascinato, forse proprio per quello sguardo deciso ed orgoglioso. Non solo, in considerazione che si tratta di uno scatto di 150anni fa, trovo che contenga in se la modernità di scatti più recenti ed una profondità di altissima ricerca.
Assolutamente d’accordo. È di una modernità (o forse meglio dire “attualità”) sconvolgente.
assolutamente senza tempo.
Da anni questo scatto mi suscita una sorta di fascinazione. Soprattutto osservare il volto di quel ragazzo, giovane, bei lineamenti, sguardo deciso. L’ho rivisto da poco colorato e sembrava aver perso molto.
È un’immagine senza tempo, senza rumori e senza colori. Assoluta.
Immagine sconvolgente e che definisce la Fotografia.
sembra quasi un bassorilievo!
Vero. Io lo trovo straordinario.
La cosa che più mi salta agli occhi è la concentrazione del fotografo sul volto di Lewis Payne, sulla sua espressione e sulla sua bellezza. Poteva fargli alzare le mani verso il busto per evidenziare le manette ma no, si è soffermato sul volto: bello, innocente, fiero e ribelle….le manette rimangono nascoste un po’ di sbieco e sfuocate. Chissà forse ha voluto mettere in evidenza quanto nella bellezza umana si possa nascondere la più brutta delle intenzioni…l’assassinio ovvero la bestialità umana.
Sì, attuale…purtroppo molto attuale…Ciaoooooo
È davvero un ritratto straordinario. Ogni volta che torno a vederlo mi mette i brividi.