Visto che la situazione non sembra certo migliorare, ripropongo queste vecchie riflessioni. Chissà che qualcuno non ci si ritrovi…
Se gli fotografi la casa si preoccupano che tu sia lì per documentare il loro abuso edilizio…
Se inquadri un luogo di lavoro qualcuno si insospettisce che si tratti di una indagine che gli scovi violazioni di norme sulla sicurezza o lavoratori in nero…
Se piazzi il cavalletto ti vengono a chiedere che tipo di rilievi stai facendo e perché.
Se fotografi un bambino ti prendono per pedofilo…
Se inquadri un campo incolto ti accusano di progettarci la costruzione di un centro commerciale.
A qualche manifestazione ti guardano storto che magari sei dei “servizi”…
Se fai una foto ad una ragazza ti dice che non sei autorizzato a sfruttarle l’immagine.
Ad alcuni gli violi la privacy.
Sulla spiaggia con la reflex ti fanno cenno di “no che tanto poi la foto non la compro”.
In alcuni luoghi pubblici si preoccupano che tu stia preparando un attentato.
Se scatti al gruppo sbagliato: “scappa che non è il primo che menano!”
Nei musei “non si può: ci vuole l’autorizzazione”.
Se scatti alle macchine che passano e ti prendono per un autovelox…
…
Ma come ci siamo ridotti?
Beh, MENOMALE almeno nessuno teme più che se gli fai una foto gli rubi l’anima.
Bellissima! Vita dura anche per voi fotografi… Non ci avevo mai pensato da questo punto di vista 😄
Come hai ragione!
Ma siamo proprio sicuri che fotografando qualcuno non gli si ruba l’anima?
In un certo senso io credo di si.
non sono sicuro che in alcuni paesini dimenticati d’italia non esista più l’idea che l’anima venga rubata dalla foto. sicuramente in alcuni villeggi del maghreb o nell’africa subsahariana è un’idea ancora molto ben presente, sperimentata sulla mia pelle…
e del divieto di fotografare caserme, ufficiali in divisa, zone militare, carceri, che mi dici? lì fai l’en-plein, perché finisci pure nel penale…
Eh sì. Hai ragione!
Eppure è troppo forte la tentazione di fotografare attimi, che non tornano più, che in un modo o nell’altro…scatti 🙂
ahahaah!!! sta’ storia dell’abuso edilizio è capitata anche a me!! mentre fotografavo un vecchio muro a secco mi si è avvicinato un vecchietto con fare minaccioso dicendo che la sanatoria l’aveva pagata e che la casa (dietro il muro) era a posto.. 😀
Io posso raccontare una storiella praticamente identica alla tua. Mammamia, come ci siamo ridotti…
Direi che tutto quello che hai descritto m’è effettivamente accaduto, più altro ancora. M’hanno brontolato perchè gli ho fotografato l’auto, perché li ho colti di sorpresa, vicino ad un chiosco in strada m’ha detto che gli allontanavo i clienti, e le volte che m’han detto che non potevo fotografarli per via della privacy non le conto nemmeno più…
…ma anche fotografar fiori può essere rischioso!
Dai, racconta, racconta!
🙂