Arte e decorazione: due concetti molto diversi ma anche ben legati tra loro, in qualche caso difficili da separare.
La fotografia, almeno quella artistica, è spesso confusa con la decorazione, e molte persone associano una bella stampa fotografica a qualcosa che avrebbe la sua naturale posizione appesa al muro come elemento decorativo.
Ma l’espressione artistica non nasce per finire come un complemento d’arredo e molti grandi artisti non hanno creato le loro immagini pensandole per le pareti di camere o salotti.
Ce li vedi un Eugene Atget, un Edward Weston o una Diane Arbus a scattare le loro fotografie con in mente una funzione di abbellimento? Forse Michelangelo dipinse la volta della Cappella Sistina pensando semplicemente di decorararla?
Insomma, forse per qualcuno è una sottigliezza, ma secondo me è invece una questione di fondo, che emerge ogni volta che mi capita di parlare con chi, conoscendo la mia passione, mi chiede perché non ho la casa letteralmente tappezzata di fotografie.
E tu che ne pensi? Qual è la funzione della Fotografia e in che rapporto la senti con la decorazione?
Fotografia: arte e/o decorazione (?)
19/11/2013 di Pega
Per me la fotografia è il complemento che arreda!
Per l’arte come per la foto, la funzione estetica è intrinseca. Nel caso della fotografia, anche quella documentaria e di reportage (con la funzione di utilità aggiunta) non credo cambi molto il discorso. La fotografia e l’arte nascono come percorso di abbellimento della vita e per il diletto umano (questo ce lo spiegano anche le aste che hanno elevato i prezzi degli scatti), quindi credo che come per i quadri, anche le foto trovano la loro destinazione finale sui muri dei musei e delle case, perchè al tema ed all’informazione si aggiunge la componente di bellezza.
Sono d’accordo con Lois e Maria… Poi come sempre, il troppo stroppia.
Ma 2/3 belle foto in una casa ci stanno sempre bene.
Io ne ho una di Berengo Gardin in salotto e mi piace vederla lì.
Ciao
L’artista non crea per un fine diverso se non per soddisfare la propria voglia di creare. Secondo un artista non modifica la propria opera in funzione dell’esposizione in un soggiorno. Poi, per carità, io ho intenzione di stampare delle mie foto per appenderle in casa. Ma, appunto, stiamo parlando di foto mie, e non di un artista!
Concordo, un artista crea innanzi tutto per se stesso, scattando una foto normalmente non si pensa all’effetto arredo che potrebbe avere su una parete, ció non toglie che, così come avviene con quadri e sculture, delle belle foto è un piacere averle non solo gelosamente conservate in archivio (cartaceo o digitale è lo stesso), ma anche appese.
Preciso che non ho in casa foto dei grandi fotografi (non potrei comunque permettermele), ma alcuni scatti miei che mi piacciono quelli si.
Diane Arbus • Credo davvero che ci siano cose che nessuno riesce a vedere prima che vengano fotografate.
L’assoluta facilità con cui possiamo produrre una immagine banale porta spesso ad una totale mancanza di creatività. / Ansel Adams
Ci sono due persone in ogni foto: il fotografo e l’osservatore. / Ansel Adams
La fotografia è una cosa semplice. A condizione di avere qualcosa da dire. / Mario Giacomelli
Una fotografia è un segreto intorno a un segreto: più rivela e meno lascia capire. / Diane Arbus
Buona giornata ! 🙂
Penso che il fotografo, quando è un artista, faccia i suoi scatti sulla base di una propria ricerca di interpretazione della realtà, sulla base della grande soddisfazione che l’utilizzo sapiente dello strumento sa potergli dare. Se l’opera fotografica è frutto di un temperamento artistico, l’osservatore avrà la possibilità di ricevere un’emozione, un appagamento interiore ed estetico che nessuna decorazione può dare. Poi se appenderò quell’opera sarà per il piacere/bisogno di essere sollecitato emotivamente ogni volta che lo sguardo vi cade sopra, e non tanto per abbellire.
questione di punti di vista, penso. di fronte alla bellezza ipnotica di certe fotografie, in una casa la decorazione diventa non la foto ma quello che sta intorno…
L’artista crea perché ne ha bisogno. E’ il pubblico che sfrutta le creazioni dell’artista come decorazione. Io la penso così.
certe opere son fatte per arredare, altro no; ma anche fra quest’ultime ce ne sono alcune che poi si prestano comunque allo scopo. Poi si potrebbe ragionare a lungo sul perché si decide di usare un’opera per arredare: perché completa l’ambiente, perché è bella da vedere e contemplare, perché è bella da sfoggiare? in ogni caso, che sia propria o altrui una bella foto vale la pena esporla – nel cassetto non provoca piacere a nessuno!
La fotografia per me ha il fascino della sorpresa dell’imprevisto, io sento un’emozione guardando un oggetto o un paesaggio e scatto con la suspence di vedere poi se sono riuscita a cogliere quello che con la luce le linee i contrasti il mio occhio emotivo interiore ha vibrato dentro di me. L’attesa emozionante come quando metti nel forno un’opera ceramica dove non sai mai come ne salteranno fuori i colori. Questo è solo un aspetto, quello più introspettivo forse, che fa nascere l’opera per la propria esigenza creativa, Quello che viene dopo è solo un applicazione dell’oggetto, più o meno voluta e pensata prima..
mi confronto con la tua domanda “mi chiede perché non ho la casa letteralmente tappezzata di fotografie.”. A me piace vedere qualche mia foto stampata e incorniciata, bella grande in qualche angolo della casa. Ne ho una ventina. Le cambio spesso, circa una volta ogni 6/12 mesi. Sono tutte foto importanti per me, milestones del mio essere fotografo. Non vivo da solo, però, e la scelta delle foto tiene conto e rispetta la sensibilità degli altri membri della mia famiglia. Di ciò che invece visitatori e amici possono pensare invece non mi curo: le fotografie hanno il loro target.
Uno spazio speciale è riservato per una foto di Edward Weston (una della serie di piante succulente del deserto, sempre degli inizi del ’30), che è stato il primo grande fotografo che ho approfondito tanti anni fa ( e il primo non si scorda mai!)
La fotografia, secondo me, non arreda e non deve arredare; deve solo significare, suscitare e porre domande.
Weston in questo è stato un maestro.
Voglio ringraziarvi tutti per i commenti ed i contributi aggiunti a questo post.
È evidente che ci sono opinioni e punti di vista diversi, tutti rispettabili oltre che perfettamente esposti. Il fatto è che si tratta di una questione difficile ed anche un po’ estrema, un po’ “borderline”.
Come in altri casi, credo che non esista una verità e che l’unica vera risposta sia nell’approfondimento ed in una presa di coscienza, alla ricerca della propria, consapevole, interpretazione.
Ciao a tutti e sempre benvenuti in questo spazio.