Jane Bown era stata inviata dall’Observer per fotografare Samuel Beckett mentre dirigeva uno spettacolo alla Royal Court, nel 1976.
Il drammaturgo e premio Nobel irlandese era noto per la sua riluttanza ad essere ritratto e già altri fotografi avevano tribolato nel tentativo di immortalarlo adeguatamente.
Beckett le disse che acconsentiva a farsi fare una foto ma lasciò la Bown in attesa per ore dietro le quinte, finchè un assistente le porse un foglietto con scritto che Beckett aveva cambiato idea e che non se ne faceva di niente.
La fotografa si sentì ribollire il sangue ma non si perse d’animo. Lo attese fino alla fine dei lavori e poi gli si presentò davanti all’improvviso, alla porta di servizio da cui Beckett stava uscendo. Gli promise di fare solo tre scatti veloci, lui gliene concesse cinque.
A volte la tenacia premia, eccome.
Il soggetto riluttante
07/03/2014 di Pega
ecco, il giorno in cui uno scatto veloce, atteso per ore e con l’immagino discreta ansia da prestazione (inutile aggiungere: e quando ancora il digitale etc etc.), viene fuori cosi’ secondo me capisci che non hai sbagliato lavoro. anzi.
Concordo.
Ho i brividi. Ecco la faccia di un grande genio, nonché uno dei miei miti. Mi ha emozionato 🙂
🙂
Grazie per l’aneddoto.
Grazie a te per la visita. Sempre la benvenuta. Ciao!
Certo che con tipi del genere serve una tenacia fortissima 🙂
Ciao, Pat
Però il risultato paga! 🙂
Decisamente SI 🙂
… sì, ma siamo certi che non appartenga alla famiglia dei felini… marooonna che occhi! 🙂
😀