Per parlare dei rischi che a volte si corrono per fare una fotografia, giorni fa ho preso in prestito un’immagine realizzata dall’amico Lorenzo Mugna.
Nella foto è ritratto il mitico Martino Meli (aka M|art) mentre si sporge dal pulpito di un’imbarcazione a vela. È alla ricerca di una bella inquadratura e la sua preziosa biottica Rollei è puntata verso il basso alla ricerca dell’onda di prua. Una piccola incertezza, un sobbalzo o un movimento sbagliato e sarebbe stato il disastro.
La scena si svolse durante il mitico Sailing Sharing Workshop del maggio 2011 e, visto che si tratta di un’immagine di backstage, da più parti mi è stato chiesto di mostrare il risultato finale dei rischi corsi dal fotografo. Eccovi quindi accontentati: è “Linea di galleggiamento” la foto ottenuta da Martino, visibile qui sopra ma anche a piena risoluzione sul suo album Flickr, dov’è perfettamente accompagnata dalla magnifica citazione che ho rubato per il titolo di questo post.
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P.s.
Una breve nota per chi non conosce i dettagli del linguaggio marinaro.
Vengono chiamate opera viva ed opera morta le due porzioni dello scafo di un’imbarcazione poste rispettivamente sotto e sopra la linea di galleggiamento. In altre parole l’opera viva è la parte immersa dello scafo mentre l’opera morta è quella asciutta e visibile, anche nella foto.
Tra la vita e la morte (dell’opera)
23/09/2014 di Pega
audacia premiata