Trovi il soggetto giusto, magari un bel paesaggio oppure una scena con cose e persone, prepari il treppiede, piazzi la fotocamera ed inizi a valutare inquadratura e composizione. Hai in testa di fare una lunga esposizione, qualcosa tipo almeno mezzo secondo, ma anche più, così le presenze umane si trasformeranno in strani fantasmi, le cose in movimento disegneranno strane scie e l’acqua assumerà un aspetto strano e fiabesco…
È questo il fascino della fotografia long-exp: divertente ed un po’ meditativa.
Ma spesso c’è un dettaglio di cui tener conto: la luce. Se vuoi fare una lunga esposizione in condizioni diurne è probabile che ce ne sia troppa, anche con diaframma tutto chiuso e tempi minimi.
E allora, in attesa che i produttori di macchine fotografiche si decidano ad integrare una funzione di riduzione della sensibilità nelle caratteristiche della fotocamera (non ci vorrebbe poi molto), ecco che ci vengono in aiuto i filtri Neutral Density (ND).
I filtri ND esistono dagli albori della fotografia e si trovano tutt’ora facilmente in commercio perché il loro effetto non sempre è ottenibile in postproduzione dato che consentono di abbattere la luminosità che arriva nell’ottica senza alterare troppo la qualità dell’immagine. Si possono trovare filtri che tolgono due, quattro, ma anche otto o più stop di esposizione. Ne esistono anche di graduali, molto utili nel caso ci si trovi con soggetti a forte differenza di luminosità come succede spesso con cielo e panorama.
Gli ND sono tipicamente impilabili in modo da moltiplicare l’effetto montando davanti all’obiettivo più filtri sovrapposti.
Provaci, è interessante. Basta solo un po’ di attenzione al bilanciamento del bianco ed ai riflessi in caso di controluce.
Intanto, se non conosci bene questa specialità, ti consiglio di dare un’occhiata a questo video in cui Gavin Hoey spiega come si fa, portando anche alcuni esempi di impostazione tempo/diaframma.
Buon divertimento!
Neutral Density (reloaded)
07/10/2014 di Pega
i don’t have one yet.
Li ho acquistati per prova e adesso non me ne separo più. I digradanti sono fondamentali per la foto paesaggistica sopratutto se non ami troppo ricorrere alla post prduzione. Ma è anche vero che in effetti penso, spero, che in futuro sarà possibile regolare sensibilità e esposizione in maniera diversa fra differenti zone del sensore. Il che permetterebbe risultati perfetti in ogni condizione di luce.