Perfezionismo (reloaded)
12/11/2014 di Pega
La perfezione è il nemico numero uno dell’arte. Una volta Salvator Dalì disse “Non aver paura della perfezione, non la raggiungerai mai“.
Capita di incontrare persone di talento per le quali la ricerca della perfezione è tale da distoglierle dal loro vero obiettivo di espressione artistica.
Il perfezionismo va a braccetto con la procrastinazione, l’eccessiva autocritica e la preoccupazione di produrre qualcosa che gli “altri” potrebbero non apprezzare. Un circolo vizioso di insicurezza che può portare a non completare mai nulla.
Ci sono bravi fotografi che, presi in questa sorta di trappola, tengono il loro lavoro chiuso in un cassetto e aspettano che sia “perfetto” senza mai arrivare a pubblicarlo e renderlo visibile. Le motivazioni date sono sempre di natura tecnica, mai artistica, come se la tecnica venisse prima di tutto.
Spesso si sente dire che i grandi artisti sono dei perfezionisti ma forse è proprio questa una delle grandi doti: saper contenere la ricerca di perfezione usando la tecnica in modo da mantenerla non prevalente, impedendo che divenga un ostacolo alla creatività.
Capita di incontrare persone di talento per le quali la ricerca della perfezione è tale da distoglierle dal loro vero obiettivo di espressione artistica.
Il perfezionismo va a braccetto con la procrastinazione, l’eccessiva autocritica e la preoccupazione di produrre qualcosa che gli “altri” potrebbero non apprezzare. Un circolo vizioso di insicurezza che può portare a non completare mai nulla.
Ci sono bravi fotografi che, presi in questa sorta di trappola, tengono il loro lavoro chiuso in un cassetto e aspettano che sia “perfetto” senza mai arrivare a pubblicarlo e renderlo visibile. Le motivazioni date sono sempre di natura tecnica, mai artistica, come se la tecnica venisse prima di tutto.
Spesso si sente dire che i grandi artisti sono dei perfezionisti ma forse è proprio questa una delle grandi doti: saper contenere la ricerca di perfezione usando la tecnica in modo da mantenerla non prevalente, impedendo che divenga un ostacolo alla creatività.
Soffro del problema opposto: non so aspettare prima di pubblicare o mostrare 🙂
Ciao Pega, come al solito proponi sempre dei temi interessanti. Essendomi fatta qualche endovenosa di estetica, posso affermare, con una certa sicurezza, che la perfezione esiste esclusivamente nell’occhio del pubblico.
L’artista è -ovviamente- il primo pubblico dell’opera stessa, ma questo è quasi incidentale.
Ciò non significa che bisogni abbandonare ogni proprio criterio relativo alla perfezione, attendendo che sia il pubblico a determinare se il nostro scatto è o no “perfetto”, ma rivela come sia il giudizio estetico del pubblico a storicizzare un’opera d’arte e a renderla tale. Questo è una delle ragioni per cui odio frasi come “non per fare una critica”, ecc. che abiurano al giudizio estetico e creano danno all’arte.
Inoltre la parola “perfetto”, secondo l’etimologia, significa “finito, concluso”, e questo lo ritroviamo anche nel linguaggio legale (Contratto perfetto o perfezionato).
Quindi, in sintesi, io la vedo così: un’opera (a me) pare perfetta qundo non c’è più niente da aggiungere o da togliere. Perfetto, ad esempio, può tranquillamente essere uno dei “prigioni” di Michelangelo, benchè siano solo sbozzati.
Ecco perchè -e vengo al mio- un giardino non potrà mai essere perfetto. Conosco un solo caso di giardino perfetto.
Si ma io concordo in pieno. L’esempio che fai dei “Prigioni” è azzeccato.
E’ quando il senso del perfetto diviene ansia per l’artista che l’arte ne soffre.
Comunque… Dov’è il giardino perfetto? 🙂
eh eh…in Giappone.
Io sono un gran perfezionista nelle cose quotidiane, molto meno nelle faccende artistiche. Quand’ero più giovane, mia sorella – che è più perfezionista di me – appese nella sua camera il motto di Don Bosco: “L’ottimo è nemico del bene”. Non l’ho mai dimenticato, e da allora costituisce un freno efficace agli effetti collaterali del perfezionismo “quotidiano”…
Il “Goldfish” è invece un esempio di un perfezionismo “artistico” tardivo. Nella composizione ci sono due errori, ma purtroppo me ne sono accorto solo dopo aver disfatto il set. Confesso che ogni volta che guardo quella fotografia, cerco con gli occhi quei due errori e mi chiedo se farei bene a ripetere lo scatto…
Io gli errori non li ho trovati e non voglio sapere nulla.
🙂
Infatti non te li spiegherò, Pega, ma ti chiedo comunque di spargere la voce, così si creerà un’aura di leggenda attorno alla mia foto, l’aneddoto impreziosirà la mia futura biografia stampata in due miliardi di copie, e tutto ciò contribuirà a farmi diventare schifosamente ricco e famoso.
Del tipo:
“E’ una foto di Claudio Di Filippo!”
“Chi? Quello del pesce rosso che gira tanto su Facebook? A proposito, sai che ieri sera, a Mistero, Adam Kadmon ha rivelato che ci sono due errori in quella foto, ma nessuno è mai riuscito a trovarli?”
“Davvero? Domani mi collego al blog di Picd’A e cerco di trovarli! C’è mica un premio?”
“Sì, un milione di dollari al primo che li scoverà!”
“Che ficata, spero di vincere…”
Capito? Conto su di te! 😛