In un altro periodo sarebbe stata la notizia del decennio. Oggi, mescolata alle tante questioni che ci affliggono, è passata in secondo piano e non proprio tutti se ne sono accorti. Resta comunque un fatto quasi incredibile: l’umanità ha inviato un robot su una cometa e, dopo un viaggio di dieci anni, questo si è posato sulla superficie, ha fatto una foto e ce l’ha spedita. Eccola qua: la prima fotografia dal suolo di una cometa.
In realtà Philae, il modulo di atterraggio della missione Rosetta, ha scattato una panoramica ma, dato che si è posato male, quella mostrata è l’unica parte decente dell’immagine.
Non è chiaro cosa succederà adesso. Philae è a corto di energia a causa della posizione in cui si è messo, i suoi pannelli solari non ricevono abbastanza luce e, dopo aver fatto i primi importanti rilevamenti, è andato in stand by in attesa di ricaricarsi.
È strano pensare a questa prodigiosa macchinetta fotografica spaziale a corto di batterie, posata su un corpo celeste così lontano. È strano guardare questa immagine in tutto il suo splendore, anche artistico, trovandola misteriosa, pareidolica, affascinante, bellissima.
Io l’ho stampata per incorniciarla. Ci vedo l’effige di una delle poche speranze che la nostra specie ha, di poter guardare avanti con fiducia.
“Il futuro è nelle mani di chi lo sa sognare”
(Paulo Coelho)
E’ straordinaria…e queste rocce così simili alla nostra terra….
Davvero affascinante.
grazie
buona domenica
.marta
Sì, è straordinaria.
Un pezzo di storia che in futuro sarà ricordato. Ed accade ora, nonostante la scarsa attenzione generale che viene data all’evento.
Purtroppo di devo dar ragione.
Io ho letto la notizia su diversi quotidiani online…ma non certo posti in prima pagina.
che tristezza…
Piuttosto si metteva in evidenza il costo di 3 euro a testa (globalizzati eh…)
Certo, il lato economico… sempre un’ottima motivazione per negare il futuro.
Hai perfettamente ragione. In altri tempi questa notizia avrebbe scosso l’opinione pubbluca al pari del primo uomo sulla luna. Purtroppo peró viviamo un tempo sbandato ed anche il fatto che, un apparecchio umano costruito dieci anni a 150milioni di km da noi, ci invii degli scatti fotografici di un altro luogo, passa sottogamba, oscurato da Renzi, il malgoverno e purtroppo l’alluvione ligure. Resta di fatto che questa foto deve inorgoglirci come uomini e lasciarci ben sperare per il futuro delle prossime generazioni.
Stampiamola e mettiamola in bella vista. Potrebbe essere un gesto significativo o anche un interessante esperimento sociale.
Ciao:-)
Quello che colpisce è che ci siamo presentati puntuali ad un appuntamento fissato dieci anni fa, anzi, di più: perché il progetto è sicuramente cominciato prima.
Quelli che parlano dei 3 euro – spalmati in dieci anni di viaggio, poi – sono gli stessi che quaranta e più anni fa negavano che l’uomo fosse andato sulla Luna, figuriamoci.
Grazie per il following, ricambio
Già. Hai colto il punto. Benvenuta.
🙂
confesso che a me ha fatto un po’ sorridere la notizia che “avesse finito le batterie”. poi ho pensato che quello sarebbe potuto realisticamente essere il contributo italiano alla missione 😀
🙂 beh, delle batterie che durano oltre dieci anni non è però un brutto risultato 🙂
A me ha fatto anche sorridere sapere che la fotocamera usata ha 4 megapixel: una risoluzione fantastica per la tecnologia che c’era ai tempi della partenza della missione.
Emozionante.
robert