Mi hanno sempre affascinato le creazioni geniali del grande Maurits Cornelis Escher, quelle atmosfere surreali che mettono alla prova il nostro limitato senso dello spaziotempo. Trovo davvero inimitabile Escher, ma devo ammettere che oggi sono rimasto a bocca aperta osservando le opere di un giovane creativo che forse potrebbe essere il suo erede, una sorta di discepolo digitale del mitico incisore olandese.
Eric Johansson è un fotografo svedese a cui la fotografia non basta. Per esprimere le sua arte, Johansson è costretto ad assemblare i suoi scatti, aggiungendo una forte componente manipolatoria ed arrivando ad un risultato del tutto surreale, spesso assurdo, ma di sicuro affascinante.
L’approccio di Eric è molto libero, senza troppi preconcetti, integralismi o vincoli, ed aperto a tutte le tecnologie disponibili, in particolare quelle della postproduzione digitale.
Fotografia e manipolazione con Photoshop divengono gli strumenti con cui Johansson ottiene le sue opere creative, un processo artistico che Eric spiega bene in questa interessante TED talk. Ascoltandolo è facile percepire la sua vena ed il suo talento, oltre alla distanza che lo separa da chi affronta la manipolazione digitale al solo fine di perfezionare o modificare fotografie mal riuscite.
Ho inserito il sito di Eric Johansson tra i miei preferiti e penso proprio che d’ora in poi seguirò con interesse questo tizio segnalando sul blog altre sue opere. Per oggi mi fermo qui, ma non prima di averti invitato a seguirlo nell’esempio di un suo percorso creativo, dando un’occhiata al video che mostra come Eric ha realizzato “Closing Out”, l’inquietante immagine con la pecora che vedi qui a fianco.
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Un nuovo Escher
24/02/2015 di Pega
In effetti pare proprio il discepolo di Escher! la stessa fantasia, la stessa maestria, solo il mezzo è cambiato per usarne uno dei nostri tempi
Be’, si avverte fortemente anche la lezione di Magritte.
Sinceramente non l’ho trovato tanto spiazzante e metafisico come mi sarei aspettata. Forse mi sfugge qualcosa.
Sì, concordo, ci sono in effetti le influenze di Magritte.
Non credo ti sfugga niente, semplicemente non è granchè metafisico in effetti, è piuttosto un artista in cerca dei paradossi del reale.
Magari mi sbaglio, ma credo che farà grandi cose. Si capisce che sono un suo fan? 🙂