Vinton “Vint” Cert non è uno qualunque: negli anni settanta era tra i manager del DARPA ed è considerato a buon titolo uno dei padri di Internet. Una decina di anni fa i capi di Google pensarono bene di assumerlo come “Chief Internet Evangelist” ed oggi è il vice presidente della società.
Ebbene, Vint Cert ha parlato al meeting annuale della American Association for the Advancement of Science lanciando un allarme: quello del rischio di un vuoto storico, un deserto documentale che accompagnerà i decenni che stiamo vivendo, facendolo apparire ai posteri come una sorta di medioevo digitale, un’epoca povera di documentazione storica.
Sembra paradossale ma il problema sta nella carenza di una mentalità di preservazione digitale. La nostra società non ha ancora maturato la capacità di conservare in modo sicuro tutto ciò che ora viene creato e fruito senza divenire mai fisico. Immani quantità di documenti, immagini, video ed ogni tipo di informazioni che descrivono le nostre vite, vengono oggi creati e conservati in modo eterogeneo, su supporti non sempre in grado di sopravvivere al tempo o agli eventi. Oltre a questo, l’evoluzione degli standard e dei sistemi provoca un fenomeno di progressiva difficoltà di accesso ai dati più vecchi e tutto ciò potrebbe portare gli storici del futuro ad osservare un’era apparentemente vuota.
Insomma, bisogna stampare le fotografie a cui teniamo? Per Vint Cert assolutamente sì. E se lo dice lui c’è di che meditare.
Il monito di Vint Cerf
20/03/2015 di Pega
Pazzesco! Il futuro è il passato.
Jill scott – not like crazy
mi è giusto caduto ieri l’occhio (la fonte è la settimana enigmistica, quindi prendiamola con le pinze…) sulla stima che nel solo ultimo anno siano state scattate il 10% delle millemila miliardi di foto scattate dalla comparsa della fotografia. anche se la fonte è da cioccolatai 🙂 la stima non mi sembra così peregrina. difficile non pensare a “dove andranno a finire molte, se non quasi tutte?”. molto acuta la riflessione di cerf.
E’ il destino delle “cose”. Nemmeno le fotografie stampate andranno tanto lontano. Così come i negativi. Per salvarle occorre scansionarle e passarle in digitale. Certo un domani non esisterà più lo strumento che oggi utilizziamo per salvare i nostri bit ma quei bit saranno comunque sempre li e con un po’ d’ingegno saranno recuperabili. Un negativo rovinato è perduto per sempre. Quei bit recuperati invece riproporranno l’originale come se fosse stato appena scattato.