Quanto siamo influenzati dal sapere chi è l’autore di uno scatto? Riusciamo ad essere indipendenti nel giudicare un’opera d’arte? Pesano i pregiudizi?
Nel 2008 il giornalista Gene Weingarten vinse il premio Pulitzer per un esperimento, da lui ideato e condotto, a proposito della capacità del pubblico di saper apprezzare e riconoscere autonomamente la qualità artistica.
L’esperimento consisteva nell’aver fatto suonare il famoso violinista Joshua Bell in una stazione della metropolitana di Washington, filmando la reazione dei passanti con una telecamera nascosta.
In quei giorni Bell stava riscuotendo continui “tutto esaurito” ai suoi concerti in teatri da 100 dollari a biglietto, ma nei 45 minuti di performance nella metropolitana, solo sette persone si fermarono ad ascoltare e l’incasso si limitò a poco più di 20 dollari.
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Sono pronto a scommettere che la stessa cosa è identica con le altre forme d’arte, di sicuro con la fotografia.
A cosa è dovuto tutto ciò? Sono i nostri ritmi di vita, la tendenza al “mordi e fuggi”, al quick-cut, che ci stanno rendendo così?
Oppure stiamo semplicemente mettendo da parte la nostra personale sensibilità a favore di un ossequioso ed automatico senso di apprezzamento dell’opera di chi ci viene proposto come “famoso”?
Il predominio della fama (reloaded)
15/04/2015 di Pega
Purtroppo viviamo nella società dell’immagine dove tutto è condizionato dalla notorietà degli autori. Accade in ogni campo, dal cinema alla moda, dalla fotografia all’arte. Quante volte sui cartelloni delle mostre viene indicato il nome dell’artista di punta del quale poi magari è presente una sola opera? È lo specchietto per le allodole che però spinge il pubblico. All’indomani delle aste internazionali, quante volte leggiamo sui giornali: “record assoluto ottenuto da Tal dei Tali”, e poi dell’opera non circola quasi neppure l’immagine…
Purtroppo è un condizionamento forzato e alterato che ci ha trascinato anche nella massificazione dei gusti e nell’incapacità di giudizio collettiva falsata dalla comunicazione. È come quando al Louvre tutti sono disumanamente accalcati davanti alla Gioconda (senza neppure riuscire ad ammirarla) mentre le altre monumentali è più interessanti opere che la circondano sono completamente ignorate (e le altre tele in questione sono autografe di Caravaggio e Veronese, ma la loro “promozione” è di gran lunga più limitata rispetto all’icona leonardesca).
Analogo discorso vale per la fotografia, metti in cartellone un nome da star e circondalo di altri importanti autori, le folle saranno solo per la star!
È una questione che andrebbe ulteriormente approfondita…
In ogni caso cpncordo molto con te.
Grazie.
Ciao!
Sono propensa a credere che sia più la seconda opzione, quella legata alla sensibilità. Comunque qualsiasi persona famosa spesso la si “vede” solo nel suo ambiente naturale altrimenti ai molti passa inosservata, ad esclusione delle orde di ragazzine che stravedono per i loro beniamini e che li riconoscono ovunque 🙂
Ciao, Patrizia