Nei prossimi giorni si terrà a Morro d’Alba, nelle Marche, un interessante evento, una sorta di esperimento su quanto la notorietà dell’autore influisce sulle nostre capacità di apprezzare un’opera d’arte.
Tra l’8 ed il dieci maggio prossimi, nell’ambito dell’evento Giornate di Fotografia, sarà allestita una mostra intitolata “Senza autore, senza valore?” realizzata con opere di importanti fotografi italiani esposte senza alcun riferimento agli autori, che verranno rivelati solo alla fine dell’evento durante un dibattito.
L’idea delle organizzatrici Simona Guerra e Lisa Calabrese, nata dal voler indagare sulle capacità critiche dell’osservatore, è descritta così nella presentazione:
E’ giusto valutare una fotografia tenendo conto solo dell’autore che l’ha creata? Crediamo di no. Al contrario pensiamo che troppo spesso è il “nome” a decretare l’affluenza a una mostra.
Per tale motivo, in questa insolita esposizione, non ci saranno didascalie né nomi, ma solo fotografie originali di autori italiani più o meno conosciuti.
Solo e soltanto le opere saranno dunque vere protagoniste di questa mostra.
Quello del rapporto tra arte e fama è un gran bel tema, non è un caso il fatto che mi sia già più volte capitato di parlarne. A questa mostra di Morro d’Alba sarebbe proprio bello andarci…
🙂
Mi sembra un’idea geniale…
La questione me la pongo è ripongo da anni, e l’iniziativa mi pare particolarmente originale e interessante. Sarebbe interessante avere un ranking di fama degli autori per poi metterlo in relazione con i giudizi dei visitatori, ma mi rendo conto che non è banale; speriamo almeno che abbiano incluso anche opere di perfetti sconosciuti per dare un senso al l’esperimento sociale.
Dipende molto anche da chi osserva, dal suo grado di preparazione sia fotografica che culturale. Come per l’arte moderna, spesso è proprio l’opera “incompresa” dal pubblico generalista ad essere considerata artisticamente più valida. Sono sicuro che ad un pubblico impreaparato piacerebbero da morire fotografie cartolina, tramonti di fuoco e gattini coccolosi.
bello! come l’esperimento del violinista joshua bell nella metro di NY, o l’esperimento dei murales di banksi su carta non riconosciuti.
interessantissima riflessione, quella della dipendenza dal condizionamento iniziale, su cui ho scritto anche un piccolo estratto di libro.
Eh sì, notevole l’esperimento di Joshua Bell, peraltro ispirato dalle esperienze di Leonardo Feather nel mondo della critica Jazz.
Proverò ad andarci io, allora! Guarda caso, questo weekend sarò ad Ancona per trovare i miei genitori… 🙂
Eh beh, se dici così allora aspetto reportage eh…
🙂