In una recente intervista su Photofocus all’ottantaquatrenne Jay Maisel, leggenda vivente della Fotografia e vincitore di un’infinità di riconoscimenti, ho letto una sua frase:
“Ci sono solo due tipi di fotografie:
quelle che scatti a ciò che che vedi per poterlo condividere,
e quelle che fai per tenerle solo per te”
Se si accetta questa classificazione, si realizza che nel primo caso tutto ruota intorno al soggetto, all’importanza che il fotografo gli assegna ed alle sensazioni che questi confida possano nascere nell’osservatore. C’entrano poco tecnica ed attrezzature, le emozioni dominano.
Nel secondo caso lo scenario cambia, o meglio può cambiare. Le fotografie che scattiamo solo per noi possono contenere anche elementi diversi. In effetti, se la destinazione è solo personale, si è liberi di andare alla ricerca di aspetti particolari che sappiamo potrebbero non avere senso per altri. Cose che non vogliamo o possiamo condividere e che sentiamo non destinate ad essere fruite o capite da osservatori terzi.
E le tue foto? Quanto ricadono nell’una o l’altra categoria?
Comunque sia, eccoti uno splendido breve documentario su Jay Maisel. Sono sette minuti ben spesi.
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Gia lo vidi come documentario ed è eccezionale. Oggi questa frase è più attuale che mai. Fra tanti che si dicono fotografi perché condividono e fra altri che si dicono artisti perché non condividono. Io penso che sia un mezzo di espressione in quanto tale va condiviso sia se è una foto è tecnicamente impeccabile sia se è emozionalmente travolgente. E’ la solita lotta fra Impressionisti e i Realisti. Grazie del post punti di riflessione come questi sono sempre apprezzati.
Grazie a te della visita e del commento.
Ciao!
Le mie foto street che secondo me sono le più belle non le ho mai pubblicate.Ci penseranno a farlo le mie figlie dopo la mia morte 😉 un sorriso
Che allora restino a lungo in un cassetto!
🙂
parafrasando un famoso autore statunitense: https://www.youtube.com/watch?v=rn4FXzknrYs 😉
Bella citazione
Credo che la fotografia, lo scatto del momento non possa essere divisa da quella da condividere o meno – forse un tempo – anzi senza forse….un tempo sì!
Pochi i mezzi ed i facoltosi che possedevano una macchina fotografica e la possibilità di sviluppare. Oggi è una scelta che parte dal proprio essere a prescindere che uno/una si possa sentire fotografa…artista..o semplicemente interprete del caso…della natura..dell’epoca ecc…Tutto sta a noi…la volontà, la voglia, la capacità, il tempo…..oltre alle priorità che ognuno/ognuna ha nella vita…
Un caro saluto
infatti è molto personale, io per “condividere” non intendo il solamente postarle in rete o su social o su blog…anche il solo fatto di farle vedere ai propri famigliari o persone più care o anche a chi le postproduce o revisiona(chi ha queste fortune) lo ritengo un fatto di condivisione