Cimiteri, tombe, monumenti funebri. Molti fotografi ne sono affascinati come anche tutti coloro che in questi ultimi anni hanno dato vita ad una vera e propria forma di turismo, quello cimiteriale, visitando i luoghi di sepoltura per scoprirne la bellezza, andando magari in cerca di tombe di personaggi più o meno famosi.
Nei cimiteri, specie in quelli monumentali, si incontrano vere e proprie opere d’arte, scorci bellissimi e c’è un’atmosfera che per alcuni appassionati di fotografia, è irresistibile. Un fascino che, se ci sei in sintonia, è difficile da descrivere.
In alcuni di questi luoghi non si può fotografare, in altri bisogna chiedere l’autorizzazione. Chissà, forse è giusto così.
Ma a parte questioni più o meno inconsistenti di permessi e privacy, quello che più conta è tener presente che si sta visitando un posto particolare, dove è il rispetto la cosa più importante.
E questo rispetto va in modo speciale a chi, oltre ad essere morto (che di per sé rappresenta solo uno stato a cui tutti siamo destinati), lo è perché ha dato la vita per una causa. È morto per permettere una vita migliore a qualcun altro.
Ricordiamocelo quando siamo a far foto nei cimiteri.
Rispetto (reloaded)
27/05/2015 di Pega
Anche nei confronti di chi al cimitero va sulla tomba dei cari e che spesso non capiscono la presenza invadente di un fotografo. Eppure fotografare cimiteri credo sia un’esperienza da fare.
Di recente ho fatto qualche scatto nel cimitero Vantiniano a Brescia. Centinaia di tombe vecchie di 100-200 anni sono rimaste a testimonianza di un tempo passato. La loro fortuna è essere stati tumulati nella parte “monumentale” e suppongo che resteranno li a lungo protetti dalle Belle Arti, mentre noi contemporanei veniamo sfrattati dopo qualche decennio.

Luogo affascinante, ricco di spunti, ideale al calar del sole, mille e più mille storie da raccontare.
Interessante post. Devo dire che io ho costruito tutta la mia carriera sulla fotografia di questo tipo, li ritengo luoghi estremamente affascinanti ma è importante mantenere il rispetto per i cimiteri e per chi vi è sepolto. Mi è capitato purtroppo di vedere fotografie e accostarmi a fotografi che sono più predoni in preda ad un raptus sacrilego di accumulazione più che ad interpreti del romanticismo di molti di questi luoghi; romanticismo perché i cimiteri più famosi sono stati costruiti in quel periodo e ne seguono gli stilemi architettonici.
Grazie Sandro. Il tuo contributo mi ha fatto davvero piacere, proprio perché proviene da un fotografo che conosce a fondo ed ama ed appunto, rispetta, questo genere e questi luoghi.
Ho fatto pochissime esperienze di questo tipo e credo di essermi mosso con rispetto e garbo piuttosto rinunciando allo scatto anzichè invadere e oltrepassare la soglia del rispetto. Leggendo Sandro risulta evidente che determinate “attività” vanno svolte documentadosi e avendo padronanza di modi e strumenti.
Sicuramente sarò banale ma sarebbe opportuno ribadire e affermare il concetto di rispetto in generale e in alcuni casi come cimiteri, luoghi di culto, musei è giusto che sia fatto osservare.
Non mi dilungo oltre, ma colgo l’occasione per salutare Pega che spero di rincontrare magari per qualche scatto in compagnia.
Ciao Gianfranco, grazie della visita. Dai, prima o poi ci facciamo due scatti insieme!
Un salutone!
Sono d’accordo con quello che hai scritto. E poi, devi avermi letto nel pensiero. Volevo andare a Falciani negli ultimi giorni, ma purtroppo, non ci sono riuscita.
🙂
Si è una questione di rispetto. Sempre, e secondo me non solo nei cimiteri…
robert