
Ad Reinhardt appende le sue tele ad asciugare. New York, 1966. © Copyright John Loengard/The LIFE Picture Collection
Cos’è il nero? Va considerato come un colore con le sue varie tonalità o è forse più corretto pensarlo come “mancanza di colore”? Oppure nero è “solo” assenza di luce?
Non è una questione banale: di nero, nulla, buio, vuoto, assenza e simili amenità si sono occupati illustri pensatori ed artisti fin dall’antichità, studiando teorizzando e scrivendo, lasciandoci comunque con un concetto che rimane difficilmente maneggiabile anche oggi.
Per chi fotografa, il nero può essere il miglior alleato o anche il peggior nemico, specie per chi scatta in digitale. Di certo il “nulla” può diventare, in qualche caso, anche una fonte di ispirazione.
Negli anni ’60 del secolo scorso, il pittore statunitense Ad Reinhardt realizzò alcune opere minimaliste che a prima vista sembrano quadri perfettamente neri. Guardandoli con calma per un po’ di tempo, ci si accorge però che il nero non è uniforme: leggere sfumature di tonalità tendenti al viola o al grigio vanno a creare forme geometriche che sembrano emergere mentre si osserva l’opera. L’iniziale impressione di “tutto nero” scompare durante la visione del quadro, trasformandosi in un’esperienza di fruizione artistica molto particolare.
Non sono mai riuscito a vedere dal vivo una delle opere di Ad Reinhardt ma credo che potrebbe essere davvero interessante provare a seguire questa idea del nero su nero per sperimentare un analogo tipo di espressività anche in fotografia.
Non facile per il pittore: riuscire a dipingere ciò che si vede a malapena dopo un lungo periodo di osservazione. Bravo!
Dato che tendo a spingermi sempre verso il nero piú profondo, anche quando non ě premeditato, potrebbe davvero essere stimolante realizzare qualcosa di nero su nero in fotografia, sebbene la sfida, per motivi tecnici e tecnologici sia piuttosto impegnativa, da risolvere forse piú sul fronte stampa.
Molto interessante. Mi ha fatto tornare in mente una frase da poco letta: dove più abbagliante è la luce, più profonda è l’ombra. I neri chiusi son sempre stati croce e delizia dei fotografi. Adams giocava a sconfiggerli, per alcuni sono invece fonte d’ispirazione o un valido quanto fondamentale aiuto nella costruzione di immagini graficamente forti. Il nero non è solo “vuoto”, spesso il nero riempie, il nero *pesa*. E’ un colore assolutamente affascinante.
L’ha ribloggato su momentarylapseofsanity.