Oggi, oltre a quello della polemica, corro il rischio di impantanarmi in una serie di vaneggiamenti su arte ed espressione creativa, ma così è, quindi taglio corto andando al sodo con una domanda: c’è forse un confine strutturale all’espressione artistica? Intendo un limite che l’artista deve per forza rispettare per mantenersi dentro alla “sua disciplina”?
Cerco di spiegarmi meglio: è davvero così importante questa voglia di classificare l’arte secondo schemi precisi? Un musicista, per essere tale, deve limitarsi alla produzione di opere sonore, o può espandere la sua creatività in altre forme come ad esempio la poesia o le arti visive? Può un poeta sconfinare e decidere di accompagnare con ritmo e note le sue composizioni? Un fotografo può arricchire le sue immagini con testo e magari anche musica o effetti sonori?
Specie in ambito fotografico i puristi abbondano e di fronte a certe domande non mancano mai le esclamazioni: “Un fotografo deve essere un fotografo!”, “Le immagini devono parlare da sole!”, “Se c’è bisogno di scrivere allora le immagini non sono abbastanza buone!”.
Perché il mondo della fotografia si impone questi dettami? Forse il cinema migliore e più “puro” è quello muto?
Porto avanti da un po’ questo mio punto di vista, adoro i Fotografi che senza paura arricchiscono i loro scatti con testi e descrizioni, e rimango affascinato anche da qualche esperimento di contaminazione sonora, anche se è un terreno difficile.
Suggestioni extrafotografiche
21/01/2016 di Pega
Credo che non esistano limiti alla creatività.. I limiti sono nella parte sinistra della testa che impedisce all’adulto di fidarsi della sua parte destra.. Ma se accade si possono creare nuove forme e nuovi mondi.. Non esisterebbe la fantasia se dovessimo soltanto fermare l’attimo in uno scatto senza metterci niente di più.. Ogni foto famosa lo dimostra. E ogni fotografo mette la sua impronta personale nel farlo, come Elliott Erwitt tanto per citarne uno.. 😉
Vero
In questo tuo scatto ho aggiunto io le parole : ” Uau!!! che bella!! ” Sono queste le parole che ho pronunciato appena ho aperto il tuo post. Un caro saluto Bea
🙂 🙂 🙂 troppo buona 🙂 🙂 🙂
condivido in pieno. anche per me, virtualmente, non esiste limite. il metro di valutazione della bontà del lavoro fatto, semmai, può essere il riscontro più o meno positivo dei fruitori dell’opera nel suo complesso, ma non certo un preconcetto volto a incasellarla in schemi predefiniti.
La creatività non ha limiti. Un conto è scattare una foto che ha bisogno di una didascalia per essere caota, un conto è progettate una foto che include del testo.
Esatto. Credo che nella parola che hai usato “progettare” stia tutta la differenza.
Guai ci fossero limiti alla creatività…è proprio questa assenza di limiti che, penso…porti ciascuno a creare un proprio stile.
Sì, è credo sia importante rispettarli tutti (gli stili), quando sono tali e vera espressione creativa.
Difficile non sollevare polveroni con certe riflessioni 🙂 Cercherò di essere diretto e non impantanarmi neanche io nella risposta, faccio l’esempio della fotografia, che mi è più vicino: vedo in giro un sacco di fotografie pessime (leviamoci dalla testa che la bellezza sia soggettiva) abbinate a poesie di grandi autori, immagino nella speranza che la poesia possa in qualche modo riqualificare lo scempio dell’immagine. Ho un sacco di libri di McCurry, Salgado, Nelson ecc ecc ed accanto ad ogni foto c’è semplicemente la data ed il luogo….
La conclusione a cui vorrei arrivare credo sia scontata: la grande foto, musica, poesia, pittura, non ha in linea generale bisogno di contaminazione, è una bellezza pura. La contaminazione, attualmente, è usata nella maggior parte dei casi, per confondere le idee 🙂
Sì, non basta accostare un testo per rendere bella una foto, su questo sono totalmente d’accordo. Però se un giorno arriverà un fotografo a livello (o superiore) di Salgado, capace di creare opere più complesse e non solo visive, io credo che sarà un passo avanti, non una perdita.
La bellezza pura certo esiste, ed è bello godere delle grandi opere del passato, però l’arte ha bisogno di evolvere e crescere, trovare nuove forme e modi di esprimersi, altrimenti saremmo sempre ai graffiti.
il vero limite è il purismo fine a se stesso, e non solo nell’arte. è un nonsenso porre dei limiti ad ogni forma di ricerca, artistica, scientifica o di qualunque altro tipo. credo che la libertà di espressione debba avere la precedenza sui preconcetti.
Eh sì, temo sia il purismo fine a se stesso il problema centrale. La paura del nuovo e del diverso, la paura dell’evoluzione. In pratica quindi la paura dell’arte stessa.
OT: mi sa più facile scrivertelo qui perché non so se su tuitter vedi il msg. guarda questa perla di comicità! http://www.ilpost.it/stefanotartarotti/2016/01/18/macrofotografia/
Hahahahah! Fantastico!