Oggi ti ripropongo questa fotografia del grande Weston: Banane.
Molto meno famose del mitico Peperone numero trenta, uno dei massimi capolavori del maestro, le banane sono in confronto una cenerentola.
È un po’ strano come alcune scelte vegetali del grande fotografo americano abbiano goduto di molta più popolarità di altre, eppure è così. Weston si appassionò al filone ortofrutticolo negli anni trenta e lavorò molto a questi soggetti; i numeri che accompagnano le opere parlano chiaro: il peperone passato alla storia fu quello del trentesimo tentativo, le banane si fermarono a diciotto, chissà perché.
Va bene, la banana è più equivoca, forse anche meno fotogenica, eppure è un frutto che vanta una interessante molteplicità di caratteristiche metaforiche, tanto da renderla da sempre protagonista di idee e progetti creativi di molti artisti.
La banana è insomma un bel soggetto che, proprio come la Fotografia, necessita di essere studiato ed approfondito (sbucciato) per poter essere gustato a dovere: un piccolo sforzo per poterne assaporare la vera essenza.
Le analogie non finiscono qui e questo frutto ci ricorda poi che è importante la conservazione in luogo fresco ed asciutto (consiglio particolarmente valido per gli analogici) ed è anche buona norma fare attenzione alle estremità che, come il bianco ed il nero assoluti di un’immagine fotografica, in genere vengono tagliati ed è meglio non farci troppo affidamento.
Ci sono un sacco di altre fantasiose relazioni metaforiche tra la banana e la Fotografia, ed elencarle potrebbe anche essere un divertente esercizio per stimolare la nostra creatività. Perché non provi a darmi qualche suggerimento scrivendomelo in un commento?
🙂
Approfitto di questo tuo post per domandarmi: ma quanto conta il nome e la fama dell’autore per giudicare “bella” una sua foto? Onestamente questa foto delle banane la trovo talmente banale da provare perfino un moto di stizza. E non è solo perchè è decontestualizzata, cioè osservata al di fuori della serie di immagini di cui è parte (perchè anche tutta la serie l’ho sempre trovata, come dire, “povera di spirito”), è che proprio mi urta la mania tutta moderna, direi dagli anni 40′ del secolo scorso, di entusiasmarsi per opere, siano esse foto, pitture, sculture, libri ecc., il cui valore intrinseco lascia eufemisticamente perplessi. Weston ci ha lasciato una infinità di immagini bellissime, ma questo non vuol dire che ogni suo scatto sia bellissimo. Anche Omero ogni tanto sonnecchia. Parere personalissimo ovviamente.
Eh sì caro Franco, l’autore conta eccome, e la faccenda è tutt’altro che banale.
Un grande nome viene osservato con tutt’altro occhio rispetto all’autore sconosciuto e la consideraizone e rispetto che vengomo risonosciuti al primo sono spesso un miraggio per il secondo.
E’ così che il valore di un’opera diviene “relativo” appunto.
Bel tema, su cui sono già transitato altre volte ma su cui ci sarebbe un gran bisogno di approfondire…
Mi è venuta subito in mente Joséphine Baker 🙂