Un paio di volte al mese propongo una sorta di missione fotografica da svolgere nel fine settimana, un piccolo esercizio che stimola la nostra creatività.
In genere non suggerisco temi già proposti ma a volte ci sono eccezioni. In questo caso voglio omaggiare il recentemente scomparso Luigi Manfrotto con un assignment che non è sul “cosa”, ma sul “come”.
La proposta è questa: non importa cosa fotografi, l’importante è che il tuo scatto sia realizzato usando quello che forse è l’accessorio più emblematico ed immortale della storia della fotografia, ovvero il treppiede.
Fotografare con il treppiede è diverso: ti costringe a rallentare, pensare, studiare posizione ed inquadratura. Il treppiede ti fa apparire agli altri in modo diverso ed anche questo si può riflettere sul risultato, in qualche caso anche impedirlo proprio. Il treppiede permette di fare scatti evoluti, magari complessi o raffinati e in qualche caso è condizione necessaria per riuscire ad ottenere certi tipi di immagini.
Che tu sia o meno un abituale utilizzatore di questo accessorio intendi provarci con questo assignment? Se sì, ti invito poi a condividere in un commento, il link al risultato del tuo lavoro e, se vuoi, anche ad aggiungere qualche breve nota o dettaglio sullo scatto.
Buon divertimento.
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Raramente porto con me il cavalletto, un po’ per problemi di peso: le mie spalle rischiano la periartrite, e un po’ perchè la maggior parte degli scatti è casuale: le foto sono scatti casuali, mentre sono fuori per altri motivi, ma la reflex è sempre con me. Ci sono però due scatti, in notturna, che hanno beneficiato dell’uso del cavalletto. La foto alle lucciole è stata una prova piuttosto lunga, svariati scatti, portandomi dietro macchina e cavalletto per il giardino, continuamente cercando il giusto fuoco, e brontolando per non avere un cavalletto sufficientemente alto da non dovermi piegare. L’altro è stato molto più comodo: cavalletto appoggiato al davanzale della finestra per fotografare la nebbia illuminata dal lampione sotto casa. Il cavalletto mi ha permesso una grande stabilità in entrambe le foto e la possibilità di usare tempi lunghi senza muovere la macchina. Poi ci sono stati anche gli autoscatti, ma quelli te li mostrerò un’altra volta!


Splendida interpretazione dell’assignment!
Quella delle lucciole mi piace tantissimo.
Grazie!