Oggi ti ripropongo questo ritratto di Berenice Abbott realizzato nel 1979 da Hank O’Neal.
Nata nel 1898 Berenice era originaria dell’Ohio ma negli anni dell’università si trasferì a New York, dove venne ospitata dall’anarchico Hippolyte Havel in una grande casa del Greenwich Village insieme a filosofi, scrittori e critici letterari. Mentre studiava scultura conobbe Man Ray che la invitò in Europa e così Berenice tra il 1921 ed il 1923, studiò scultura a Parigi e Berlino. In questo periodo Man Ray era alla ricerca di una collaboratrice: aveva bisogno di qualcuno che non sapesse niente di fotografia ed eseguisse solo precise indicazioni, così la assunse come assistente in camera oscura nel suo studio di Montparnasse.
Ma il talento fotografico di Berenice non era niente male e così nel 1926 tenne la sua prima mostra personale ed avviò uno studio tutto suo, concentrandosi principalmente sulle persone del mondo artistico e letterario. Ritrasse Jean Cocteau, James Joyce, e molte altre figure di passaggio a Parigi. Era brava e presto si sparse la voce che l’essere ritratti da Man Ray o Berenice Abbott significasse “essere qualcuno”.
Man Ray la introdusse alla fotografia di Eugène Atget del quale divenne una grande ammiratrice, fino a convincerlo a posare per il famoso ritratto che ho pubblicato in un precedente post. Atget era molto anziano; morì poco dopo quella foto e la Abbott con le sue iniziative e pubblicazioni fu determinante per tutto il successo postumo di questo grandissimo fotografo.
Negli anni trenta Berenice svolse un lavoro di documentazione della città di New York finanziato dal Federal Art Project e pubblicato nel 1939 in forma di libro col titolo di “Changing New York” che ricorda molto il lavoro svolto da Atget a Parigi. La Abbott usò per questo progetto una macchina fotografica di grande formato, ritraendo New York City con un atteggiamento davvero simile a quello del suo maestro Eugène Atget.
Ma la Abbott non fu solo una fotografa. Al suo attivo ci furono anche alcune invenzioni. Tra queste un cavalletto per creare effetti di distorsione in camera oscura ed una lampada telescopica, oggi nota da molti fotografi di studio come “autopole”, alla quale le luci possono essere attaccate a varie altezze.
Berenice Abbott fu parte importante del movimento della straight photography, il gruppo di fotografi che sosteneva l’importanza della fotografia non manipolata, un’impostazione che Berenice mantenne per tutta la sua lunga carriera e che contribuì a consacrarla come una delle principali eredi del grande Atget.
Berenice Abbott (reloaded)
13/04/2017 di Pega
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