Juho è un giovane Finlandese con la passione per le macchine fotografiche a rullino. Fin da giovanissimo si interessava di pellicole ed è finito per trasformare tutto ciò in un lavoro a tempo pieno. Da quindici anni gestisce il suo business Cameraventures tutto incentrato sulla fotografia analogica, commerciando reflex, obiettivi ed accessori, ma anche proponendo servizi e consulenza.
Un dubbio però lo attanaglia: il mondo della pellicola sopravviverà davvero? O la fase di rinascita analogica che stiamo osservando è solo una bolla social, un breve riflusso prima della fine?
Per cercare di dare una risposta alle sue domande, che nel suo caso hanno anche un riflesso diretto sul futuro della sua famiglia, Juho ha deciso di darsi da fare. In circa nove mesi ha intervistato più di trecento persone, tra cui CEOs di importanti aziende nel campo fotografico, fotografi più o meno coinvolti nel mondo dell’analogico, ma anche persone comuni, il tutto alla ricerca di risposte circa il futuro della fotografia su pellicola tra 15 anni, cioè al momento in cui suo figlio avrà l’età in cui lui stesso ha iniziato ad appassionarsi a tutto questo.
I vecchi imperi dell’industria fotografica del passato sono crollati ma nel frattempo molte nuove idee sono germogliate. Piccole iniziative di appassionati, progetti Kickstarter e comunità Internet dedicate all’analogico hanno dato nuova energia al settore, convincendo giganti in crisi come Kodak a rimettere in produzione pellicole ormai dimenticate.
I problemi che il movimento neo analogico ha davanti sono molti: dall’obsolescenza dei laboratori di sviluppo, ai costi della produzione dei materiali. Non è facile determinare quale sarà il futuro dell’analogico, ma Juho conclude il suo esperimento con uno stile concreto tipico dei nordici. Bisogna innanzitutto salvare le fotocamere. Sono questi gli oggetti chiave che trascineranno la sopravvivenza del mondo analogico.
Caro Juho, io sono d’accordo con te. Credo che sarebbe un gran peccato lasciarsi sfuggire la fotografia analogica e permettere che scivoli nell’oblio, così ho cercato di fare la mia piccola parte, conservando con cura le mie vecchie macchinette, confidando che potranno continuare ad essere usate, in un modo o nell’altro, ancora per generazioni.
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p.s. In questa pagina l’articolo completo sull’iniziativa di Juho
Io di recente ho saputo che c’è gente che cerca i videoregistratori di una volta, le videocassette, le audiocassette,….non so se sia un’ossessione nostalgica, magari di quelli della vecchia generazione che vogliono rivivere i bei tempi appunto, ma c’è questa specie di caccia all’oggetto antico che sta prendendo piede. Quindi mi auguro che anche nel futuro ci sarà qualcuno che vorrà sempre fare qualche foto usando quel tipo di macchina.
Sì, il gusto del retrò e del vintage c’è e c’è sempre stato. Nel caso della fotografia analogica però c’è forse qualcosa in più. E’ la voglia di mantenere in vita una forma d’arte (ma anche di tecnica) che proprio sul suo processo basa la sua natura…
Ciao, io credo che la fotografia su pellicola (preferisco chiamarla per quello che e’, ossia piu’ chimica che analogica) resistera’ per lungo tempo. Con la mia societa’ (www.randtglobalservices.com) sto realizzando una macchina fotografica multidorso che permette di scattare sia in digitale che su pellicola con un solo corpo macchina.
La pellicola e’ viva e continuera’ ad esserlo …
Grande! Bellissimo il tuo progetto!
sarebbe interessante capire, però, quali elementi possano consentire alla fotografia analogica di non rimanere mero oggetto vintage per pochi eletti come lo potrebbero essere i mangianastri, i vhs, etc. o che cosa la distingua al punto di evitare, prima o poi, il destino dei telefoni della sip con la rotella.
in altre parole: certamente c’è ancora chi si trova ai raduni con le 500 o con le chissà quante altre auto d’epoca ma, appunto, l’eventualità che anche le macchine analogiche vadano a rimanere degli oggetti praticamente solo da raduni è tutt’altro che remota.
E’ tutta qui la questione in effetti. Il punto è in “cosa è la fotografia analogica” e se questa domanda ha come risposta “una tecnologia” oppure “una forma d’arte in sè” oppure altro ancora. Del resto, la pittura è stata sì superata dalla fotografia come tecnologia di rappresentazione e documentazione del reale ma di certo non è finita per essere un mero ricettacolo di appassionati vintage, ecco che anche la fotografia analogica potrebbe subire un futuro analogo…
Non so nemmeno se sono riuscito a spiegarmi ma forse non è una faccenda così semplice… 🙂
sì, perfettamente: nella risposta a tecnologia o forma d’arte sta il discrimine della sopravvivenza. se fosse solo questione di tecnologia, “sic transit gloria rullis” (…), ma fortunatamente…
🙂
Io credo (e spero) che la fotografia analogica non scompaia mai.
Un po’ come i vinili e i giradischi che, nonostante mp3, Spotify e YouTube non passano mai di moda, anzi stando tornando sempre di più.
Mi auguro sia lo stesso per la fotografia…e comunque grande Juno!!!
Grazie per avermi fatto scoprire Cameraventures.
Sono andato recentemente dal mio fotografo e alle sue spalle ho visto una vetrina di pellicole. Un tuffo nei ricordi e il rimpianto di tanti anni vissuti con una passione che nel digitale ho perso. Una macchina un rullino un obbiettivo e un fotografo, senza un volume di istruzioni e una super giapponese che ti ruba la foto ( perché la fa lei ) . Concordo con quanto scritto!!