Il feeling tra chi fotografa e chi viene immortalato è basilare e probabilmente il fatto che Annie Leibovitz sia stata in tour con i Rolling Stones nei primi anni ottanta ha giocato il suo ruolo in questo set con Keith Richards per Louis Vuitton di cui ho trovato il video backstage.
E’ un breve filmato che fa vedere alcuni momenti della realizzazione della foto finale (sopra) usata per una delle campagne pubblicitarie di Vuitton e come tutti i “behind the scenes” mi ha colpito per vari motivi e ti consiglio proprio di vederlo.
Per i patiti degli aspetti tecnici dico innanzitutto che è interessante il fatto che la Leibovitz, blasonata fotografa abituata a lavorare per i grandi marchi, di fatto effettui tutto lo shooting usando come illuminazione solo un normale ombrello riflettente miscelato alla luce ambiente.
Niente grossi softbox, fari, grid che spesso affolano i set di tanti amatori. Niente di niente, solo un ombrello dotato però di un impagabile supporto ad attivazione telepatica (sì, intendo l’assistente…).
Ma passiamo agli aspetti relazionali fotografo-soggetto: parlo del feeling tra Annie e Keith che è distintamente percepibile.
Non so bene cosa abbiano avuto occasione di combinare insieme trent’anni fa tra un concerto e l’altro in giro per il mondo, ma l’espressione che ad un certo punto Richards tira fuori “where do you want it baby” è tutta un programma, anche se simpaticamente riferita a come mettersi in posa.
C’è poi il modo con cui la Leibovitz mostra al musicista come stare. Non gli dice come e dove sedersi: semplicemente glielo mostra sedendosi sul letto.
Richards prova varie pose e movimenti, poi si sposta su una poltrona ma alla fine la Leibovitz lo rimette seduto sul letto, è evidente che ha proprio quello scatto in testa. Anche qui non ho potuto fare a meno di proiettarci una personale lettura sui loro trascorsi privati 😀
Si può imparare molto osservando con attenzione una professionista di questo livello al lavoro, anche che le immagini prodotte sul momento sono lontane da quello che è il risultato finale, ottenuto aggiungendo un notevole lavoro di postproduzione.
Lo si può notare verso la fine del filmato, quando viene inquadrato il monitor di un PC che visualizza le foto appena scattate. E’ ben tangibile la differenza tra quelle immagini e quello che poi è stato effettivamente usato per la pubblicità.
Comunque sia… buona visione!
Per quelli a cui fosse sorta la curiosità di vederli insieme “a quei tempi”, ecco un eloquente fotogramma 🙂
