Alcuni giorni fa, un concorso australiano di ritratto fotografico ha assegnato un premio di ventimila dollari ad una foto fatta di graffi e sputo.
Non sto scherzando: il 2017 Olive Cotton Award è andato alla foto che vedi sopra, intitolata “Maternal Line”, di Justine Varga che l’ha realizzata facendo scarabocchiare sua nonna su un negativo 4×5 e chiedendole poi di sputarci sopra per lasciare tracce di saliva.
E’ un curioso caso di opera non fotografica che vince un concorso fotografico. Tu cosa ne pensi?
Prima che tu esprima un giudizio, ti invito a leggere lo “statement d’artista” dell’autrice, qualora possa aiutarti a formare una tua opinione.
“One day, not so long ago, I came upon my maternal grandmother hunched over a table, vigorously testing a series of pens by scribbling with each of them in turn on a piece of paper. Captivated by this busy repetition of gestures, so reminiscent of her character, I asked her to continue her task, but on a piece of 4 x 5 inch negative film. Having left these traces of her hand on this light-sensitive surface, she also, at my request, rubbed some of her saliva on the film, doubling her bodily inscription there. I then processed the film and printed it at large scale. A collaboration across generations, with her born in Hungary and me in Australia, the resulting image looks abstract but couldn’t be more realist; no perspectival artifice mediates her portrayal of herself or our genetic link, with both now manifested in the form of a photograph.”
Per me è un “No comment”.
“No comment”, ma il tuo titolo tradisce qualche ideuzza… 😉
Nununu 🙂
Se (inzio con se) mettiamo il caso, esistesse un tale che fotografa da qualche decennio
e non ha paura di essere tacitato come ingnorante, artisticamente insensibile,
rozzo e con orizzonte fotografico limitato.
Ripeto se, esistesse un tale fotografo, questi direbbe “che schifo questo Olive Cotton Award”. Tranquillo un tale cosi non esiste e chiunque crede di capirne (di fotografia) non prenderà mai una simile posizione per la paura di venir considerato come minimo un rozzo ignorantone.
Ciao
🙂 🙂 🙂
Insomma, anche il tuo è un no comment… Hahaha
Credo che il concetto sia molto semplice: se una fotografia deve essere “spiegata” allora non è una buona fotografia. Oltretutto la definizione di ritratto universalmente accreditata (e credo che fosse anche così per quelli del concorso) è che debba rappresentare una persona e non i suoi liquidi organici.
Detto tutto ciò, l’opera presentata avrebbe un senso se inserita in un lavoro più organico, una serie di immagini ad esempio che rappresentino la parte non visibile delle persone, la loro interiorità fisica e non fisica allora, spiegata l’idea che si nasconde dietro le immagini, ogni singola foto assurgerebbe ad un significato suo proprio, al di là che possa piacere o meno, ma così…