
Untitled (Cowboy) – Copyright 1989, Richard Prince
Qual è il confine tra ispirazione e scopiazzatura?
Pablo Picasso era solito dire: “un bravo artista copia, un grande artista ruba”.
Nel 1989 il fotografo Richard Prince divenne celebre con la sua opera “Untitled (Cowboy)” realizzata rielaborando un’immagine pubblicitaria: un caso emblematico di appropriazionismo artistico.
La discussione sull’appropriazione nell’arte ha una lunga storia, con esempi ed aneddoti che affondano nel lontano passato, ma solo con l’arrivo della fotografia la questione ha assunto una vera attenzione formale. La fotografia infatti permette con facilità, una quantità ed una qualità riproduttiva che nessuna tecnologia aveva mai offerto prima.
L’immagine di Prince è una copia (la fotografia) di una copia (la pubblicità) di un mito (il cowboy) ed il cowboy è esso stesso una copia idealizzata. Una spirale comunicativa piuttosto interessante.
Tutti gli artisti sperimentano l’appropriazione, in particolare mentre si formano osservano, copiano, imitano e prendono in prestito idee e stili del passato. Secondo la biografia del Vasari pare che la prima scultura di Michelangelo sia stata una testa di fauno spudoratamente copiata da un pezzo greco-romano della collezione dei Medici.
Tra i più importanti interpreti dell’appropriazione in senso moderno c’è Marcel Duchamp, l’artista che sconvolse la scena artistica mondiale con il suo “Fontana”: un orinatoio capovolto. Con Duchamp l’appropriazione divenne vero e proprio gesto artistico fatto di scelta e ricontestualizzazione.
E adesso rimettiamoci tranquilli a scopiazzare e rielaborare… in tutta tranquillità.
🙂
Tema interessante… mi è capitato recentemente di vedere una foto su Instagram che mi è piaciuta molto, giusto ieri pomeriggio assieme al mio moroso siamo andati nello stesso luogo per fare una passeggiata e cercare di fare qualche scatto per il weekand assigment , e ho avuto la tentazione di cercare di riprodurre la stessa foto…ma alla fine mi sono trattenuta perchè mi sembrava di rubare un idea. Lo stesso dubbio mi è venuto quando disegnando ho riprodotto l’immagine di una modella, prendendo la pubblicità su una rivista, nel mio caso era solo un esercizio e non ho diffuso il disegno, ma mi sono chiesta se l’avessi diffuso (senza trarne guadagno) se non potesse comunque essere una sorta di furto.
Ciao, benvenuta.
Mi ha fatto piacere il tuo commento, non solo perché porta un’esperienza reale, probabilmente simile a qualcosa che in modo analogo in molti abbiamo provato, ma anche perché racconti che eri in giro per cercare spunti per il weekend assignment!
Siete poi riusciti a fare qualche scatto a tema? 🙂
Un saluto
In realtà sono una vecchia conoscenza, solo che ho creato solo ora un blog dove poter raccogliere le mie foto e i miei disegni. Sono Erica e un paio di mesi fa sono apparsa nel tuo blog con il post sui cowboy. Si, ho trovato qualche idea, certo non ho fatto foto epiche ma farò il post in merito.
Ahhhh! Ciao Erica! Allora avvisami quando pubblichi il post eh! A presto!
In America, e di ritorno in Europa, hanno preso alla lettera la “posizione” di Duchamp pensando che fosse un modello da imitare e che il suo fosse un modo alternativo e moderno di fare arte. In realtà era solo il modo di Marcel Duchamp.
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Io sono sicuramente più antico di un’artista egiziano.
Gino De Dominicis
“A dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino.”
Pablo Picasso
…
Queste sono citazioni di grandi artisti e quindi sicuramente più accettabili del mio modesto pensiero, ma tanto per non defilarmi provo ad esprimermi perché ho trovato l’ argomento interessante.
La nostra memoria è anche ancestrale e come giustamente dice De Dominicis siamo più antichi di chi ci ha preceduto e spesso ci troviamo a preferire un artista ad un altro, fosse solo per empatia e non solo per gusti simili.
Prendere spunto da un’idea altrui è facile, difficile è proseguire secondo una ricerca personale e personalizzata. Quello che manca forse al giorno d’oggi è l’osservazione Un po’ d’oro non fa Klimt. Anche Schiele nelle prime opere fu influenzato da Klimt per ammirazione verso lo stesso, ma decisamente il suo tratto segnico e pittorico è unico e inconfondibile. Come la sua ricerca.
Ispirarsi ad una foto di Diane Arbus non significa essere Diane Arbus se non si ha la stessa natura e predisposizione. Ogni grande fotografo , scultore o pittore penso sia riconoscibile per la sua visione e interpretazione personale o forse sbaglio?
Le copie si notano se non c’è traccia di continuità di tratto pittorico se si tratta di pittura o di ricerca espressiva e di visione personale se si tratta anche di fotografia. Michelangelo si sarà, come scrivi tu, pure ispirato ad altro, ma anche da pittore la sua continuità pittorica – espressiva (inconfondibile anche dal suo essere scultore) era immediata come lo era quella di Caravaggio. Nelle copie invece si copia tizio, poi dopo qualche opera insignificante si ricopia caio e via dicendo. Ma la ricerca personale è totalmente scomparsa.
Buona giornata e grazie per lo spunto !
Posso solo aggiungere che mi trovi totalmente d’accordo…. :-.)