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20:30

20:30 (Winter Holter) - © 2011 Pega

Con l’avvento del digitale ci siamo più o meno tutti abituati a scattare un sacco di foto. Ma veramente un sacco.

Non c’è più quella limitazione che dava il rullino, quella sensazione che ad ogni esposizione corrisponda un costo, com’era ai tempi della pellicola, del suo conseguente sviluppo e frequente stampa.

Ora si scatta a raffica, senza preoccupazioni, consapevoli che l’immagine, se non riuscita, sarà comunque sempre scartabile a posteriori.

È una gran libertà, un valore che rende la fotografia ancor più fantastica e divertente, permettendoci di esprimere la nostra creatività sperimentando senza troppi limiti.

C’è però un aspetto che non mi piace. È quell’accumularsi di foto, a volte così simili tra loro, quell’accatastarsi di migliaia di files nei nostri hard disk.

Sono dati che nella maggior parte dei casi non riusciamo più a cancellare, anche se spesso ragionandoci bene, sarebbe proprio il caso.

C’è una massima famosa che dice “una delle cose più importanti in fotografia è l’imparare a scegliere cosa tenere e cosa buttare“.

Beh, credo che la capacità di cancellare le proprie foto sia un qualcosa che dobbiamo imparare a fare meglio, specie ora nell’era del digitale.

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Between two layers

Between two layers - © Copyright 2009 Pega

Tutti facciamo un sacco di scatti.
Specie chi fotografa in digitale si trova ad accumulare migliaia di immagini, a volte decine di migliaia.
Questa gran quantità di lavoro però, proprio come succedeva (e succede ancora) a chi si ritrovava con scatoloni pieni di negativi mai stampati, non ha un gran futuro finchè non raggiunge uno stato di “prodotto finito” e “lascia il nido”… divenendo fruibile agli altri.
Che tipo di futuro riservi ai tuoi scatti? Lasci che si ammucchino in scatoloni (reali o virtuali) o li condividi, li fai vivere nel mondo?
Sicuramente uno dei percorsi più semplici per permettere ai nostri lavori di raggiungere un minimo di possibili fruitori sia quello della condivisione online. Flickr, DeviantArt o lo stesso Facebook sono piataforme che non hanno bisogno di presentazioni.
Ma trovo che la sola pubblicazione digitale, sebbene assolutamente dignitosa rispetto allo stoccaggio, sia comunque una forma incompleta… o quanto meno ridotta.
Credo che il vero completamento per una foto sia la stampa.
Ma non è tutto.
Una pila di foto stampate è ancora come una cucciolata in uno scatolone, questi “piccoli” devono essere accompagnati all’esterno, si deve fare in modo che le nostre foto incontrino dei nuovi proprietari. Solo così le nostre foto avranno veramente un futuro.
Proponile per la pubblicazione, vendile sul tuo sito oppure al mercatino, o anche regalale a chi dimostra di apprezzarle.
Le tue foto probabilmente meritano molto di più che ammuffire in un hard disk o in uno scatolone in cantina.

🙂

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