Non c’è più quella limitazione che dava il rullino, quella sensazione che ad ogni esposizione corrisponda un costo, com’era ai tempi della pellicola, del suo conseguente sviluppo e frequente stampa.
Ora si scatta a raffica, senza preoccupazioni, consapevoli che l’immagine, se non riuscita, sarà comunque sempre scartabile a posteriori.
È una gran libertà, un valore che rende la fotografia ancor più fantastica e divertente, permettendoci di esprimere la nostra creatività sperimentando senza troppi limiti.
C’è però un aspetto che non mi piace. È quell’accumularsi di foto, a volte così simili tra loro, quell’accatastarsi di migliaia di files nei nostri hard disk.
Sono dati che nella maggior parte dei casi non riusciamo più a cancellare, anche se spesso ragionandoci bene, sarebbe proprio il caso.
C’è una massima famosa che dice “una delle cose più importanti in fotografia è l’imparare a scegliere cosa tenere e cosa buttare“.
Beh, credo che la capacità di cancellare le proprie foto sia un qualcosa che dobbiamo imparare a fare meglio, specie ora nell’era del digitale.