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nuclear blast by Pega

Nuclear blast – © Copyright 2008, Pega

Che ci vuole a fotografare l’alba?
Beh, intanto bisogna essere svegli e con una macchina fotografica in mano al momento in cui sorge il Sole; magari anche trovarsi in un posto adatto.
Può sembrare una banalità ma parte da qui l’idea della fotografia attiva, quella che si presuppone scaturire da un’idea del fotografo in quanto “creativo che vuole realizzare un’immagine”. Fotografia artistica insomma, indipendentemente dalla qualità dei risultati che si ottengono.
Certo che può anche capitare di trovarsi davanti ad una splendida alba e decidere di fare una foto, ma converrai con me che si tratta di due cose ben distinte. Il risultato potrebbe anche essere simile ma per il fotografo si tratta di esperienze completamente diverse, due approcci opposti.
Il weekend assignment è pensato proprio per spingerti ad esplorare la fotografia attiva, un terreno che per molti fotoamatori non è abituale mentre è pane quotidiano per professionisti ed artisti.
In questo fine settimana piazza una bella sveglia e cattura l’alba sfruttando la magnifica luce di quegli istanti. L’assignment non impone sia esattamente l’alba stessa il soggetto della tua foto, potrebbe essere anche un panorama, uno scorcio architettonico o perché no, il volto di una persona. L’importante è partire dall’idea di fotografare l’alba.
Nello spirito del weekend assignment  ti invito poi ad aggiungere, in un commento, il link all’immagine che avrai realizzato. E’ interessante condividere le proprie foto con gli altri lettori del blog.

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Clicca qui per visualizzare l’elenco di tutti i Weekend Assignment precedentemente proposti.

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Anch’io, come tantissime persone che hanno visto questa incredibile foto di Frans Lanting sul National Geographic, mi sono chiesto come diavolo abbia fatto questo fotografo a realizzare un’immagine del genere.

L’autorevolezza della rivista è certamente sufficiente per accettare senza dubbi l’affermazione che non si tratta di una foto ritoccata o addirittura di un disegno; certo che la visione è veramente surreale.
La curiosità su come sia stato possibile realizzarla hanno spinto la “photo editor” Elizabeth Krist ad intervistare il fotografo per chiedergli informazioni su questo piccolo capolavoro realizzato in Namibia e pubblicarne i dettagli sul Magazine online.

Lanting ha innanzitutto scelto di usare una grande duna di sabbia rossa come sfondo. E’ una duna molto alta, di circa 400 metri, che insieme ai particolari tronchi d’albero, caratterizza la zona del Dead Vlei.
Ha saputo poi aspettare il momento giusto, la luce perfetta.
Dopo aver studiato il luogo ha deciso che l’ora ideale per uno scatto significativo sarebbe stata quella poco dopo l’alba, con la luce del sole del primo mattino all’altezza giusta per illuminare soltanto la sabbia rossa della duna e non il bianco suolo di polvere che circonda gli scheletrici alberi. In questo modo il terreno, chiarissimo ma ancora in ombra, acquista la tonalità blu del cielo sereno dell’alba.
La forte differenza di luce tra la duna ed il suolo è stata gestita da Lantig con un filtro graduato che ha permesso di ridurre il contrasto, altrimenti eccessivo. E’ questo l’unico “trucco” utilizzato dal fotografo, oltre ad una scelta di taglio (crop) effettuata in fase di postproduzione.
Le macchie bianche che spiccano sulla duna altro non sono che piccoli cespugli bianchi sfuocati dall’effetto del teleobiettivo, sfruttato anche per schiacciare al massimo la prospettiva.

Non c’è che dire: è un capolavoro.

Puoi trovare tutta l’intervista (in Inglese) sul sito del National Geographic.
Se sei interessato ad acquistare questa immagine come stampa artistica puoi contattare direttamente il fotografo all’indirizzo: gallery@lanting.com

 

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Una delle cose che più ci fa rendere conto di essere appassionati per la fotografia è l’alzarsi all’alba per andare a far foto.
Mettere la sveglia molto ma molto presto, prepararsi che fuori è ancora notte fonda e guidare per raggiungere il luogo dove si spera di trovare la luce e quell’atmosfera magica che solo le prime ore del giorno sanno dare, è sicuramente un segno inequivocabile di innamoramento per questa affascinante forma espressiva.

Certo che farlo in Africa, pagaiando in canoa da soli, sfidando la presenza di ippopotami e coccodrilli per raggiungere un isolotto in mezzo ad una laguna per scattare qualche foto del sole che sorge non è proprio da tutti.

E’ per questo che ti invito a vedere il breve video di questo ragazzo, un certo Simon Davidson, che ci porta con lui nella pace quasi soprannaturale della laguna di  Knysna in Sudafrica. 

Buona visione.


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Ritorniamo a quella che da alcuni mesi è una piccola tradizione : la “missione fotografica” del fine settimana.

Se ti diverti a seguire queste idee e provare a scattare secondo un “assignment”, non esitare a postare in un commento un link alle tue immagini, che siano sul tuo sito, su facebook, Flickr o qualsiasi altra piattaforma di condivisione.

Mystic dawn

Mystic dawn - © Copyright 2010 Pega

Per questo weekend il tema è un po’ anomalo e si riferisce al modo in cui si effettua lo scatto, anzi per la precisione da che angolazione… infatti il tema di questo fine settimana è : dal basso !

L’inquadratura dal basso stimola la tua creatività e porta l’osservatore delle tue foto in una condizione strana, a volte surreale. Una prospettiva insolita che esalta alcune forme e regala immagini spesso molto interessanti.

Beh, che altro aggiungere… a te la scelta. Potrai scattare distendendoti per terra, rannicchiandoti nelle posizioni più scomode o anche sfruttare lo schermo “live view” della tua macchina fotografica… Saranno molto avvantaggiati coloro dotati di monitor LCD orientabile ma anche… i possessori di macchine reflex a pozzetto.

Dai, in questo weekend prova a fare qualche estroso scatto dal basso. Poi, come ormai propongo ogni settimana, se vuoi prova a pubblicare in un commento qui sotto il link alla foto sul tuo album online.
Condividere con tutti i lettori del blog è divertente ed interessante e può portare a vedere la tua foto visitatori che la apprezzeranno.

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FirstScanImageSembra di parlare di preistoria ma era solo il 1957, poco più di cinquanta anni fa.

In un laboratorio del NIST (National Institute of Standards and Technology) Russell Kirsch generò, tramite una scansione ottica, quella che può essere considerata la prima immagine digitale della storia.

Si trattava della riproduzione su calcolatore di una fotografia di suo figlio all’età di tre mesi. L’immagine aveva la “vertiginosa” risoluzione di 176X176 punti e misurava solo 5,5cm.

Erano gli anni della grande diffusione della fotografia (analogica) a livello popolare. Era da poco stata lanciata sul mercato la Leica M, mentre l’anno successivo sarebbe stata introdotta la mitica Nikon F, seguita a breve dalla prima fotocamera completamente automatica : la Agfa Optima.

Ma il digitale era ormai nato, piccolo ed apparentemente innocuo… ma cresceva inesorabile…

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Seduto nell'angolo

Seduto nell'angolo - © Copyright 2010 Pega

La sala è bellissima… la luce dell’alba la invade dalle piccole finestre che si aprono a levante.
E’ inverno e fa freddo ma quella luce è calda, quasi magica, e sembra scaldare le mura spesse.
I nostri passi sono all’inizio gli unici rumori, poi qualcuno scatta una foto. Il tipico click dello specchio della reflex riverbera tra le pietre.
E’ l’inizio di un lento incalzare di scatti, i miei compagni di questa “levataccia” si muovono cercando composizioni e soluzioni di luce…

Io mi aggiro nella sala senza scattare, cercando di non invadere le inquadrature degli altri. Cerco di capire come provare a catturare la bellezza di questa atmosfera in una foto…
So già che non riuscirò ad immortalare le sensazioni di questo posto, visitato a quest’ora, così deserto ed affascinante… avvicino più volte la macchina all’occhio, poi provo qualche scatto, ma so di essere molto lontano da ciò che sto cercando.

Non abbiamo molto tempo, la magia della luce dell’alba è passeggera, ancora qualche minuto e sarà tardi.
Decido mi mettermi in un angolino a godermi l’atmosfera, senza preoccuparmi di raccogliere immagini.
E’ un angolo fuori dalle inquadrature migliori, un punto da cui non disturbo l’opera degli altri.
Mi rilasso ammirando ancora lo splendore del posto.

Ad un tratto tutto diventa ovvio. Mi basta inquadrare e scattare, era quella la posizione che cercavo.
Era quella la mia foto.

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